SABBA
Il titolo del disco chiarisce subito che l'ascolto non sarà una passeggiata, e così la tracklist: ogni canzone è dedicata a una donna toscana bruciata per stregoneria durante l’inquisizione. Ma non si tratta di un concept storico, e nemmeno di un’operazione retro-fantasy, si tratta di sdegno.
Un concept di sdegno tutto al femminile.
Le canzoni sono figlie dello stile inconfondibile della band che già conosciamo dai live: atmosfere cupe, una voce indecifrabile, “vintage” potremmo dire, per quella carica interpretativa sopra le righe da diva di altri tempi, che capovolge i piani sonori: non è il commento musicale a sostenere la voce, ma è la voce a stemperare l’aggressività e la crudezza dei suoni e degli arrangiamenti, mentre i cori passano da urla strazianti a gelidi “pedali” disumanizzati, immobili. E tutte le melodie si attaccano in testa come una malattia.
Si passa dalla prima canzone BLUAGATA, manifesto del sound della band con un omaggio ai
Cure, a LA FINE, dove la Diva anni ’60 giunge al massimo dell’espressività, per arrivare a BELLEZZA, dove l’accompagnamento più semplice e la ritmica “per tutti” di stampo Rettore sembrano stratagemmi per farci ascoltare un testo duro e respingente.
Ne IL GATTO la crudezza dell’arrangiamento si fa stoner, e le buffe voci registrate inspirando elio ci fanno sorridere di una canzone in cui in realtà si parla di Polissena, donna epilettica che confessò sotto tortura di lasciare il suo corpo sotto forma di gatto durante le crisi, e per questo arsa viva.
In ogni traccia la band BLUAGATA si conferma disturbante e contraria al compromesso: questo Medioevo perenne deve renderci più attenti, lo sdegno talvolta non è un male.
Sabba
Bluagata
Descrizione
Credits
Registrazione effettuata al Noise Factory Studio di Milano.
Sound Engineer: Federico+Calvara">Federico Calvara.
Produttori: Bluagata e Alessio Camagni.
Etichetta: Oto Records.
Alessia: voce, piano, synth
Margherita: voce, synth
Folco: chitarra, cori, synth
Lorenzo: basso, cori, synth
Federico: batteria
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