Rivolta

Il concept del brano della cantautrice spezzina Braska viene incentrato sul parallelismo tra riferimenti al mondo calcistico e la speranza in un mondo e una vita più libera. La produzione del suo fidato collaboratore LoZar fa riecheggiare la presenza incessante della linea di chitarra che contribuisce a portarci altrove con la testa. Nel ritornello Braska fa riferimento a un cielo infiammato dal fumo delle bombe, della guerra, dai fumi tossici che inquinano il mondo e a una libertà da conquistare pur camminando su due gambe, quindi una libertà da esperire in vita, e non raggiungibile solo dopo la morte. Il legame di Braska con il mondo calcistico e delle tifoserie era già stato palesato dal suo singolo “Cori”, dedicato alla sua squadra del cuore e girato nel medesimo stadio. In questo brano richiama il calcio come uno uno sport per la gente, contrariamente ai dettami del calcio moderno. Braska vuole far trasparire un messaggio di libertà e ribellione nei confronti alla società odierna che inneggia alla guerra e al contrasto con il prossimo. Il pallone, anche visivamente, vuole rappresentare l’immagine popolare del calcio, come una voce da restituire alla gente per potersi alzare in piedi e dire la propria.
Il canto di rivolta dell’artista ligure cerca di risvegliare una presa di coscienza collettiva anche attraverso il racconto della propria esperienza e soprattutto attraverso la propria voce.