Anaktoron è l’ultimo incredibile progetto discografico di Carmelo Salemi, 12 brani – piccoli quadri sonori, come preferisce chiamarli lo stesso compositore siciliano – per clarinetto e pianoforte, capaci di coniugare la potenza espressiva della musica colta con influenze più contemporanee. L’album, disponibile su tutti gli store digitali a partire dal 10 maggio, è il risultato di una collaborazione preziosa, fortificata dagli anni e dalla passione reciproca per la sperimentazione e la ricerca, con la pianista e docente al Conservatorio di Palermo, Ketty Teriaca, la quale dice a proposito dell’album: “Sarebbe riduttivo etichettare stilisticamente questa musica, che ha la prerogativa di lasciare ad ogni ascoltatore la possibilità di ritrovare i propri punti di riferimento.” Difficile, infatti, poter racchiudere queste musiche in un genere, rischierebbe l’asfissia, premuto a forza tra un aggettivo ed un altro, se volessimo definirlo in qualche modo allora dovremmo prendere in prestito le parole del suo creatore, il quale lo ha descritto come “un mondo immaginario carico di suggestioni e tensioni, dove ogni emozione trova il suo spazio dentro il silenzio”. E di immaginario, come di suggestioni ancestrali, l’album è carico fin dal nome scelto che richiama l’antica storia di Sicilia, l’Anaktoron è il Palazzo del Principe, così l’archeologo Paolo Orsi aveva chiamato l’edificio megalitico di stile miceneo situato sull’altopiano di Pantalica, nella provincia di Siracusa, la più grande Necropoli d’Europa. Il Teatro Garibaldi di Avola come studio di registrazione. Il silenzio. Il buio. Il palco illuminato da luci calde che abbracciano il pianoforte su cui Ketty muove le mani come in una danza e poi gli occhi chiusi e le dita di Carmelo su quel clarinetto che è compagno, confidente, amuleto. Un pianoforte e un clarinetto. Due incantatori di note. Nient’altro. È così che è stato prodotto il cd di Anaktoron, registrato in un teatro che sembra un miracolo architettonico, un piccolo diamante incastonato tra viali e costruzioni barocche, il Teatro comunale Garibaldi di Avola in provincia di Siracusa. La location è stata scelta da Carmelo Salemi per la sua eccezionale acustica, perfettamente adatta allo scopo, racchiudere in uno scrigno la bellezza di suoni antichi e nuovi insieme, per poi lasciarli liberi di appartenere al mondo. Negheb, l’Etna, il mondo. Per promuovere Anaktoron è stato scelto il brano Negheb, termine ebraico che significa letteralmente “essere riarso” e che viene comunemente usato per indicare il sud. E proprio a sud, su un deserto di cenere lavica, quello dell’Etna, è stato girato il video promozionale. Dietro la macchina da presa Gian Maria Musarra, conoscitore profondo dei territori più impervi e poco battuti della Sicilia. A 2900 metri di quota, Carmelo Salemi e Ketty Teriaca hanno suonato i loro strumenti (immaginate di portare un pianoforte a coda a quell’altitudine) regalandoci un capolavoro visivo oltre che sonoro. La natura domina su tutto, eppure sembra addomesticarsi a quella musica.
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