Flatline Voyages

Flatline Voyages è un progetto sonoro che esplora le relazioni tra drone music, interferenze radio e trasmissioni a onde corte.
Combina una serie di registrazioni SDR provenienti da tutto il mondo (number stations, radio iraniane, musica tradizionale cinese, beacons, radio hams) e suoni raccolti da alcuni musicisti con cui ho collaborato, inserendoli in un paesaggio sonoro artificiale in lenta evoluzione. È stato concepito a partire da una serie di ascolti prolungati che ho effettuato durante i periodi di lockdown, navigando lo spettro SW dal mio studio.

Durante la quarantena, mi sono ritrovato ad ascoltare la radio a onde corte più che mai e in modo nuovo. Se prima del
COVID, la mia ricerca era solo per raccogliere nuovo materiale da usare nelle produzioni, dopo i primi giorni di lockdown, tutte quelle stazioni radio lontane sono diventate un modo per immergermi in una nuova dimensione, dove nostalgia, assenza, distanza e presenza convivevano. La
componente uditiva veniva parzialmente privata del suo contenuto informativo e diventava un mezzo per esplorare un mondo forzatamente lontano da noi. Dopo alcuni
mesi, ho trovato una parola che lo descriveva perfettamente: "flatlines voyages", ispirandom a un brano di Mark Fisher.

Se secondo Pierre Schaffer "l'unica differenza tra musica e rumore è l'intenzione", allora sia i segnali radio che i suoni musicali possono essere decontestualizzati e inseriti in un ambiente diverso, cercando di ricostruire quel paesaggio sonoro che che mi accompagnava allora, in un dialogo che non è sound-art né radio-art, ma che rimae sospeso nel mezzo.