Le esplorazioni sonore dei Collars si si ispirano agli scritti di Simon Reynolds e Mark Fisher e in particolare al concetto di "Hauntologia" come tratto dal Jacques Derrida di “Spettri di Marx”. Muovendo dagli assunti della critica postmodernista Fisher e Reynolds si sono confrontati con gli effetti spettrali della vasta eredità culturale emersa dal calderone dei nuovi media, che grava come un peso insopprimibile sulla produzione culturale contemporanea, costantemente captata e ri-captata dai riverberi nostalgici di un passato mai vissuto.
“Hauntology” è l’orizzonte definitivo di non-ritorno espresso dall’impotenza creativa dell’industria culturale e dei suoi modi di produzione, è un presente patchwork, spettro rabberciato con rimasticatura di pensiero. “Hauntology” è dispositivo di spersonalizzazione, un Frankenstein barcollante e dalle suture ancora rosee.
L’intero artwork del disco è stato curato da Manu "Elide Blind”.
Hauntology
Collars
Descrizione
Credits
Alberto Balboni - DRUMS
Davide Gherardi - GUITAR
Enrico Baraldi - BASS
Registrato e mixato da Enrico Baraldi presso il Vacuum Studio (BO)
Masterizzato da Claudio Adamo al Fonoprint Studios (BO)
Artwork di Elide Blind
Prodotto da Enrico Baraldi e Collars
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