Rockit Vol. 1.16

Liberatori inni tra funk e psichedelia, dichiarazioni di fedeltà assoluta per la pasta al forno, stratificati connubi tra ambient e fusion, contrasti ipnotici tra suoni ruvidissimi e dolci melodie e molto altro ancora: è online la Compilation di Rockit 1.16, con il meglio della musica caricata sul nostro sito. La copertina è di Pietro Oliva.

Vuoi anche tu comparire nella prossima compilation? Registrati su Rockit e carica il tuo album, ep o singolo: se ci convincerà, saremo noi a contattarti!

Martini Police – From the River (A feeling)

Chitarrine funk contaminate da visioni psichedeliche e appoggiate su una sezione ritmica traboccante di groove: la formula magica dei From the River (A feeling) dà vita a un inno liberatorio e universale, in cui scorre una linfa energica capace di ribaltarci dalla sedia.

Paul Giorgi – Gazza

Cosa sarebbe successo se Giorgio Poi avesse scritto il Bestiario musicale di Lucio Corsi? Ne sarebbe uscito il Safari Pop di Paul Giorgi, che ci porta in un mondo di favole dal finale dolceamaro, pervaso da una malinconia irresistibile e avvolto da una nube di morbidi synth anni ’80.

Kick – Rubberlover

Il duo bresciano dei Kick, supportati dalla produzione di Marco Fasolo, creano un seducente gioco di contrasti tra elementi ruvidi e melodie ipnotiche e dolci, come il canto di una sirena che nel pieno della tempesta. Proprio come, Rubberlover, la loro interpretazione di Venus in Furs dei Velvet Underground.

I Trillici – Pasta al forno

“Basta nonna, il brodo non lo voglio più”: I Trillici lanciano la loro demenziale dichiarazione di eterna fedeltà alla Pasta al forno, facendo brillare quel sincero guizzo punk diy con il cazzeggio più puro. Basta un ascolto del ritornello e avrete la vostra giornata segnata nel canticchiare questa canzone.

Zoelle – L’amour c’est fou

Le barre crude e dirette della rapper Zoelle, già vista all’interno della Cantera Machete, raccontano di una passione bruciante e sconsiderata, dove il fuoco del suo cuore ardente diventa un faro che investe lugubri strumentali urban. “L’amour c’est fou, ma noi di più”.

Andrea Blanc – Spazio di un secondo

Nel falsetto di Andrea Blanc, in continua trasformazione attraverso effetti e distorsioni che ne plasmano il timbro, si anima l’eterna lotta tra due amanti che si prendono e si lasciano, nel mezzo delle pieghe di una calda coperta nu soul.

Drone San – Waltzer Matthau

Nicola Pedroni e Andrea Sanna, cuore e muscoli del progetto Drone San, esplorano sonorità elettroniche stratificate, che passano dall’ambient più dilatato a imponenti architetture fusion: Waltzer Matthau è uno dei momenti più brillanti del loro esordio, grazie alla sua imprevedibile forma schizofrenica.

Svegliaginevra – siamo (stati)

Ad aprire quella piccola scheggia di cuore che è Le tasche bucate dalla felicità, siamo (stati) ci proietta nell’ovattato mondo di Svegliaginevra, dove sussurri e rimpianti vengono appianati da un velo di spensierata leggerezza, come una boccata d’aria dopo un’apnea che non sembrava finire mai.

Graey – Lungometraggio

Graey si muove andando al contrario nei suoi ricordi, ondeggiando su arrangiamenti rarefatti che cercano un equilibrio tra Blood Orange, Steve Lacy e Venerus. Ascoltare Lungometraggio, la splendida conclusione del suo ep Novantasei, per credere.

Martina Di Nardo – Millemila trip

Al riparo nella sicurezza della sua stanza, Martina Di Nardo trova la forza di parlare delle sue fragilità e delle sue paure: l’essenzialità di docili arpeggi di chitarra ci cullano e ci proteggono da un mondo che impazza là fuori, allontanando le ombre che ci avvolgono nei momenti più difficili.

Quietflow – Rocket

Musica che scaturisce senza filtri, mossa da una spinta iniziale che viene cristallizzata nella sua purezza: la lugubre new wave del duo dei Quietflow si muove con passo inesorabile, trascinando nelle sue soffocanti spirali tutto ciò che si trova sul loro percorso.