È online la Compilation Rockit Vol. 1.32 MI AMI Edition, versione speciale della nostra compila mensile, dedicata al nostro festival preferito. Lato Cult è una selezione di 11 canzoni di altrettanti artisti che abbiamo visto crescere nel corso degli anni, che hanno scritto pagine importanti della musica italiana e che non vediamo l'ora di ritrovare da sotto palco. La copertina è di Silvia Violante Rouge.
Le luci della centrale elettrica – Per combattere l’acne
Il singolo di Canzoni da spiaggia deturpata, del tutto diversa da ciò che si può sentire in radio o nei festival nel 2008. Le piazze sono vuote, mute, mentre i ragazzi esprimono desideri guardando le navicelle spaziali che esplodono nel cielo di Chernobyl. Una canzone romantica tra le macerie, da imparare a memoria per ricordarsi cosa fossero gli anni 2000.
Coma Cose – Anima lattina
Quando nel 2017 uscì Inverno ticinese, primo ep dei Coma Cose, colpì tutti quanti per la sua qualità delle sue liriche e la capacità di creare un immaginario tutto suo: Tre tracce aperte da Anima lattina, omaggio apocrifo a Battisti – fin dal titolo storpiato – che diventa un mix di rap e pop che avrebbe poi fatto scuola.
Verdena – Scegli me (live)
I live dei Verdena sono qualcosa di devastante. Per questo nel 2011 il loro act a MI AMI è diventato un disco live, che trovate ancora per intero sul nostro sito. Di quel momento incredibile riprendiamo Scegli me, primo brano del loro Wow – disco più ambizioso della loro carriera, un doppio di 27 tracce –, per una ballata psichedelica che ancora ci fa venire i brividi.
L’Officina della Camomilla – Un fiore per coltello
I versi criptici di Francesco De Leo dai riferimenti imprevidibili, qualche accordo di chitarra trasandata, una voce acuta che sa di adolescenza eterna: così L'Officina cantava ai ventenni del 2015, così arriva a quelli di oggi che la stanno riscoprendo come band di culto. E il cui inno è Un fiore per coltello, brano-manifesto di una nostalgia che abbraccia il futuro
Dargen D'Amico – Malpensandoti
Grazie al suo rhyming originalissimo, che lavora su tutte le dimensioni della voce, a costruire testi poetici e immaginifici, Dargen D'Amico ha costruito una discografia immensa, ricca di tesori nascosti che vanno recuperati. Di questi abbiamo recuperato Malpensandoti, da CD' del 2011, con il suo climax sintetico e inafferrabile.
Dente – La presunta santità di Irene
L'amore non è bello, sanciva Dente nel 2009 con il suo terzo disco in studio, l'album in cui la fascinosa naiveté degli esordi lascia il posto a un lato più maturo e ragionato. Come dimostra La presunta santità di Irene, brano dove che ci proietta in questa dimensione di consapevolezza rivestendo le sognanti melodie di sempre con un arrangiamento dagli accenni prog anni '70.
Egreen – Manolete
Campione dell'underground, Egreen è ancora adesso un esempio di realness come pochi ce ne sono in giro, con la sua scrittura viscerale che non lascia spazio all'immaginazione ad affilarsi di anno in anno. Manolete, estratto da Entropia 2 del 2013, picchia forte oggi come allora, confessando sofferenze del cuore con una rabbia incandescente in corpo.
Maria Antonietta – Quanto eri bello
Quanto eri bello è uno dei brani più iconici con cui Maria Antonietta mostrava per la prima volta lo splendido fuoco della sua penna: una serie di polaroid che vanno dai "giorni del liceo" a un presente con qualche rimpianto di troppo, con una chitarra drittissima sullo sfondo e un'insoddisfazione troppo a lungo repressa che esplode in un urlo liberatorio.
Cosmo – Le cose più rare: Una delusione che fa ancora male, malissimo, che poi prende le forma di una speranza che resiste anche alla notte. Le cose più rare è uno dei brani più commoventi mai scritti di Cosmo, che dai sussurri fa emergere una danza siderale a cui aggrapparsi per affrontare il futuro: "Ci ritroveremo nei dettagli più belli, ci riscopriremo nelle cose più rare".
Bud Spencer Blues Explosion – Rottami
Ognuno ha un blues che gli suona dentro. Quello dei Bud Spencer Blues Explosion è una garanzia di dinamite, dando una definizione ancora più deflagrante al termine "power duo". Indole selvaggia figlia del punk, l'incedere di chitarra e batteria che si prepara allo schianto, il pogo che scalpita anche quando li si ascolta in studio. Mai abbassare la guardia.
Mecna – Senza paracadute
"Non sono i sogni che pagano". A dirlo è un Mecna esordiente, che dopo anni di gavetta si presentava con il primo vero album, Disco inverno. Un rap personale, che sconfina nel pop e sveste i propri sentimenti per farli a pezzi. Senza paracadute è la rincorsa di chi ha già corso per chilometri ma sa che la strada è ancora lunga, dimostrando (e a posteriori è evidente) di avere la fame giusta.
Rockit Vol. 1.32 MI AMI Edition - Lato Cult
Compilation
Descrizione
Credits
A cura di Vittorio Comand - https://www.rockit.it/user/vittocomand
Foto di Silvia Violante Rouge - https://www.instagram.com/silviaviolanterouge/
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