Nella argentea elaborazione del disco io, sipnotico esperimento multirazziale, ipnotico al vanto grossolano di una mansarda appetitosa di cultura alchemica, buona e succolenta', cosi' come a voi si presenta, in un piatto d'arte, d'argento blu ceruleo o di lapislazzuli. Portato, e a voi servito da pezzi di pezzi di manichini raffiguranti camerieri sottopagati e sovrastrutturati a strati, ma sempre succulenti di un utopico salario in discendenza, di pelle d'ebano, di meno di due euro l'ora, in dono all'effimero, lordo di sfruttamento operaio capitale d'isolamento manifesto. Come una cucina a scacchi, sui temi del sonno di un naso ricurvo su un tavolo, s'intavola la dama con la morte in una partita fuoritempo, nell'oblio bianco di un gioco fermo, cosi' facendo, al gesso d'osso della mandibola anteriore della trota meretrice, dalla falce e lo scalpello che ci inchioda al ritmo di un ruscello e dalla pioggia il suo cappello. Cosi' quindi come dove, scarta il dono in paspartout, come quando, dove viene, il bene siede breve, prestato a un ascolto labile, orribile per tanti e di sogno per gli infanti. Buona visione atropica al muto canto di marea avida da chi per dove incagliano balene. Grazie!
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