"The clouds will be a daisy chain, so let me see you smile again" - Dear Prudence, The Beatles.
Questo nuovo EP, che segue due precedenti album, nasce dall’esigenza dei Daisy Chains di slegarsi, almeno in parte, dall'influenza indie rock di matrice britannica degli '00. Questa scelta ha portato il gruppo ad intraprendere un ideale viaggio nel tempo sul finire degli anni '80 per proseguire verso quei ‘90 fondamentali per la formazione musicale di Carlo e Tasso. DONORS, tra morbidezza e dissonanza, è contaminato dalla musica di Pixies e Sonic Youth, dalla dolcezza distorta dei primi Ash e dai passaggi più pop di alcune produzioni di Dinosaur JR. Le chitarre si fanno più ruvide, noise, e alle volte volutamente fuori fuoco, le ritmiche più lineari e le composizioni più curate. L’utilizzo frequente degli accordi minori e la ricerca di melodie più ispirate contribuiscono ad aumentarne l’intensità emotiva.
Per i Daisy Chains, il periodo tra la realizzazione del nuovo lavoro e i momenti immediatamente successivi ha rappresentato una fase di riflessione e cambiamento, che trova la sua interpretazione sintetica nel verso di Dear Prudence sopracitato. Come in una discesa metaforica agli inferi seguita dalla rinascita, così dal momento più difficile prende vita una nuova consapevolezza; la band infatti attraversa una fase di transizione e contrapposizioni interne, forse diretta conseguenza del cambiamento di suono e delle rinnovate scelte artistiche, o forse solo conseguenza inevitabile del tempo. La sezione ritmica originale lascia, ma la band viene rinvigorita dall’innesto di due nuovi elementi, giovani ed entusiasti, capaci di infondere carica ed energia anche in vista del tour che seguirà la pubblicazione del vinile.
I nuovi Daisy Chains si presentano dunque freschi e contemporaneamente maturi. Come un mix tra una sbronza in un qualche “sottoterra” di NYC e una notte all’addiaccio su una spiaggia di Venice Beach, California.
DONORS
Daisy Chains
Descrizione
Credits
COVER PHOTO BY:
MELANIE HELENA
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