“Vence sempe ‘a sera”, ovvero, l’incomunicabilità del presente, spiegata attraverso un mosaico di tristezze passate.
Novembre 2019. Una sera come le altre. Come al solito, non danno nulla in tv, così mi accingo a dare una spulciata ai ricordi che ho accumulato su un vecchio hard disk. Non mi è mai stato chiaro se ho una pessima memoria, o forse, più semplicemente, non voglio ricordare... ma le foto e i video del passato, spesso, mi aiutano a far riaffiorare immagini nascoste, momenti che, altrimenti, sembrerebbero persi. “Estate 2009”, “Compleanno 2006”, “Natale 2011”. Guardo con curiosità e sorrido, a volte, stupito, il più delle volte, imbarazzato. Osservo attentamente, ed è così, che, a un certo punto, mettendo da parte i sorrisi, inizio a “ricordare davvero”. (Sono uno votato allo spleen io, e così, in quei ricordi ci annego.) Mi perdo in altre fotografie. Queste, però, mai scattate. Ambulanze, che, di notte, salvano la vita di mio fratello, una notte alla volta; piatti e bicchieri, che, di giorno, volano per una parola di troppo, o, forse, di troppo poco; io, che, di notte, corro più forte che mai, il più lontano possibile; io, di giorno, chiuso in un armadio, a piangere da solo, pur di non piangere in compagnia. Fotografie mai scattate, attimi che restano lì, intatti nella mente, come birre analcoliche sullo scaffale di un minimarket. Ho voluto dar loro vita, attraverso una canzone. Mi é bastata una penna, e il cuore ha fatto il resto.
Ah, il mio cuore è campano, quindi ha preferito il dialetto.
Perdonatelo.
Vence sempe 'a sera (Lo-fi version)
Dario Cuomo
Descrizione
Credits
Testo e musica a cura di : Dario Cuomo
Arrangiamento e mixing a cura di : Dario Cuomo
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