TumorRow, l'ennesimo "Fake", una parola inesistente per raccontare il futuro che sarà un "Tumore a schiera". Ispirato dalla filosofia situazionista di Debord, dalle band dell'area di Seattle dei primi anni novanta ma anche dalle storie dei perdenti narrate da Tom Waits, il secondo full-leght della band mira a creare un ponte stilistico tra svariati generi, dalla ballata Brit-pop fino al grunge più indipendente. Si alternano dunque linguaggi informatici, storie d'amore lisergiche, viaggi interiori, perdite subite in un mondo che muta, lontane dall'ottimismo geek. Folli nell'esposizione, attenti al quadro generale dove la politica è invasiva e fortemente deleteria, i Dirtyfake con Il nuovo lavoro mirano a raccontare una visione del futuro e le sue contraddizioni.
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