Jouer et Danser

Jouer et Danser

Dos Duo Onirico Sonoro

2018 - Gotico, Elettronica, Dark

Descrizione

Un disco eclettico che fonde la musica classica con quella balcanica passando per il jazz d’avanguardia, per i ritmi argentini fino a giungere l’elettronica. Si presenta così Jouer e Dancer secondo disco del Dos Duo Onirico Sonoro pubblicato dall’etichetta Filibusta Records. La band è formata da Annalisa de Feo, pianista compositrice, e il percussionista Marco Libanori, due musicisti eclettici che in questo nuovo progetto hanno dato vita ad un universo sonoro dai mille colori e dalle mille sfaccettature. Con il secondo album, pur rimanendo fedeli alla propria identità permeata di eclettismo, i “DOS” acquistano una nuova veste e si spingono più in là rispetto alle sonorità del primo album. La sorpresa e l’inaspettato insieme uniti alla diversità di input e suggestioni rimangono la chiave di lettura della band che ora abbraccia un respiro più ampio. La forza del duo, dunque, rimane quella di non dare punti di riferimento utilizzando linguaggi e colori che insieme creano un suono unico, dinamico, dal grande impatto emotivo. A fare la differenza è l’elettronica che unita a suoni classici e provenienti da diverse tradizioni, sposta il suono del duo verso l’avanguardia ed una sperimentazione continua.
Jouer et Danser, title track dell’album, è un brano quasi dance dove l’elettronica gioca un ruolo importante. Rappresenta un inno alla libertà, un invito a vivere la vita senza porsi vincoli riscoprendo la capacità innata di danzare, ballare e “giocare” e la possibilità di star bene partendo proprio dal “risveglio” di se stessi. Il disco alterna anche brani dal forte impatto timbrico come Train to forbidden Forest, anch’esso caratterizzato da un’elettronica aggressiva e incalzante, a brani dal sapore più visionario e dal carattere onirico quali Socuseira e il Dono. Quest’ultimo, caratterizzato da una melodia minimale, si distingue dagli altri per i toni classicheggianti e più tradizionali. In Arabic Breath, su un tessuto di piano e percussioni che procede incalzante in sette quarti, si staglia improvvisamente un “soffio arabo”, una voce maschile che canta in lingua araba (un simple mp3) e che ossessivamente procede e chiude insieme agli strumenti. Con Miravora invece il duo sperimenta la forma più standard della Ballad, per la prima volta con testo in italiano e l’introduzione di basso, clarinetto e trombone. Kyouu è, invece, un brano che trae ispirazione dalle atmosfere create dai Taiko (tamburi giapponesi) e dal pensiero che natura e uomo sono l’una parte dell’altro. Le petit elfe, track di chiusura, è una composizione che ricorda le orchestrine circensi, con una nota di leggerezza e vanita accompagnata da fragorosa risata beffarda che chiude il disco in maniera quasi teatrale.
Ogni brano di questo nuovo lavoro discografico ha una forte identità e al contempo contribuisce alla realizzazione di un cerchio, dove il “fiabesco e il magico” insieme con l’elettronico e l’acustico si fondono continuamente.

Credits

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