“Vulnus” dal latino “Ferita” ripercorre le avventure del duo DRAGNET & LA NEVE racchiudendo emotività e carattere di entrambi gli artisti in testi semplici e con storytelling che coinvolgono l’ascoltatore come un libro coinvolge il proprio lettore, tanto è che nella versione live l’esibizione di ogni traccia viene preceduta dalla lettura di una pagina scritta dall’autore e cantante Barnaba Mario (Dragnet) che racconta il come e il perché quella traccia è nata.
L’idea di “Vulnus” vuole essere quella di accomunare la gente e far comprendere che nella vita ognuno di noi può vivere le stesse emozioni e le stesse paure di un suo uguale, ogni ferita che si apre solo il tempo potrà guarirla ma non verrà cancellata.
Col singolo uscito il 03/12/2021 “Com’era Prima” il duo ha dato modo di far gustare un’anteprima del disco delineando le vicende che vede coinvolti due ragazzi follemente innamorati che non riescono più a ritrovarsi fra di loro. L’arrangiamento della chitarra composto da Davide La neve è un sottofondo malinconico che fà da cornice a una story-line anni 90’.
La stesura del testo è stata scritta e interpretata con sofferenza perché ogni ricordo che preme su ogni istante del protagonista è un taglio che squarcia il petto e che restringe l’iride. Nonostante la separazione lui è in costante ricerca della figura che ha dato più valore alla sua vita, figura che durante tutta la stesura del brano non è mai presente se non solo come riferimento.
La chitarra è accompagnata da una batteria delicata ma allo stesso tempo battente sul petto, come l’attesa angosciante delle lancette che battono per segnare il tempo, un tempo ormai perso, perché tutto ciò che il protagonista vuole è ritrovare la figura che lo ha reso felice, una figura che cercherà invano.
La chiave di lettura di tutto il testo è molto semplice e intuitiva per via del lessico utilizzato nello stesso, nulla di complicato, parole crude e chiusure di battuta che tenderanno sempre a dare una sensazione di speranza nell’ascoltatore.
La particolarità che è presente in tutte le produzioni è che c’è un accenno agli anni 90, sonorità un po’ retro con il rap e il cantato che le esalta fino a uscirne fuori in modo esplosivo. Le tracce raccontate in questo progetto, a detta dell’autore, fanno riferimento a un precedente album già pubblicato su tutti i digital stores che ha il titolo di “Araneae”.
Con “Vulnus” sia Dragnet che La Neve danno sfogo alle loro emozioni rendendoci parte dei loro capitoli di vita, vicende scontate che poi così scontate non sono se le andiamo ad analizzare una per molto, suoni lenti in alcune tracce come “Sabbie Mobili” e suoni più battenti e incisivi come in “ Alaska pt.3 “.
SI passa dall’addio alla donna che sia ama cercando di mantenere la calma e la lucidià come in “ Sii te stesso” a vicende più esilaranti come quelle raccontate in “Jack” con la presenza del maestro di armonica Martino Palmisano che narrano le vicende in un pub sotto effetto degli alcolici.
Un disco che promette di essere il punto di partenza di più generi che danno forma a una vastità di emozione tale tanto da scriverne un libro.
Vulnus
Dragnet & La Neve
Descrizione
Credits
“Vulnus “ ovvero “Ferita” in latino, nasce da un’idea di Barnaba Mario , cantante del duo DRAGNET & LA NEVE e la partecipazione di Davide La Neve alla chitarra.
Le tracce sono state tutte registrate a Ostuni presso lo studio di registrazione di Francesco Putignano, amico e fonico del duo, che abbraccia la stesura del lavoro in pre-pandemia nel 2020.
In ogni singola la traccia elemento comune è la chitarra che si acustica o elettrica suonata da Davide La Neve che prende come riferimento i grandi classici del Rock anni 90 come i Gun’s and Roses fino ad arrivare al suono incisivo post-moderno dei Kaleo.
Lo studio della scrittura del disco ha fondamenta nel rap italiano che muta li dove la chitarra incisiva permette alla voce di aprirsi con ritornelli pieni di chorus fino a fondere due tipi di sonorità
Ogni traccia è stata accuratamente revisionata e mixata da Francesco Putignano e William Muschio che né ha poi curato il master totale.
Solo nella prima traccia abbiamo la collaborazione e il lavoro del tecnico del suono Francesco Barletta del “Last Floor Studio” sito a San Michele Salentino (Br).
Il disco presenta collaborazioni come il noto Moder, rapper della provincia di Ravenna, fondatore del collettivo “Il lato oscuro della costa”, che vanta collaborazioni con Claver Gold, Wiser keegan e tanti altri rapper del panorama rap e non solo, Moder è presente nella traccia nr. 3 “Sii te stesso”.
Altra collaborazione importante nel disco è la presenza del maestro di armonica Martino Palmisano in un’intera traccia, esattamente la nr. 5 ovvero “Jack”, il maestro residente nel brindisino ha contribuito a ricreare all’interno del singolo un ambiente da pub che ricorda molto le lontani pub-house americane con uno stile più unico che raro.
Ultime ma non meno importanti le collaborazioni di Xoblaim e Gegh Murakami all’anagrafe Samuele Fiorella e Eugenio D’amico noti artisti del panorama trap underground entrambi compaesani e amici del duo Dragnet & La Neve.
Le sonorità del disco spaziano dal rock anni 90 sino ad arrivare alla new wave della trap dando modo di spaziare con gli argomenti trattando testi che fanno parte della rocambolesca vita del duo , un disco emotivo e motivazionale che suona classic rock ma anche grunge, un mondo da scoprire.
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