Il brano nasce da un incontro "vero", e parla di un incontro "immaginario": l'incontro vero è quello di Dubois con il quadro di Dino Vaccaro intitolato "Carnàla"; l'incontro immaginario è quello in sogno fra un bambino contemporaneo ed un suo coetaneo dei primi del Novecento, piccolo minatore delle zolfare siciliane descritte da Dino Vaccaro. Il quadro è una sintesi drammatica della storia di questi mini-schiavi, venduti per poche lire dalle loro famiglie a cavatori di zolfo adulti (i cosiddetti "picconieri"), che ne diventavano in tutto padroni fino al riscatto, anche dopo 8-10 anni di sfruttamento, della cifra pagata ai genitori ("soccorso morto").
Questa prassi si ritrova anche in un dipinto di Guttuso, nelle pagine di Pirandello e Verga, in un film di Aurelio Grimaldi ('La discesa di Aclà a Floristella') e soprattutto nei versi di Alessio Di Giovanni, poeta nativo di Cianciana (AG) e figlio di un proprietario di miniere: è sua l'espressione "carnàla", come "carnaio di piccoli morti viventi". L'attualità sembra confermare, in declinazioni geo-economiche diverse ma non meno drammatiche, il perdurare del fenomeno: piccoli schiavi a cavare minerali preziosi, a tessere tappeti, a cucire maglie e borsette, ad imbracciare fucili più grandi di loro... E polverose Dichiarazioni Universali sui Diritti del Fanciullo, per l'ipocrita coscienza degli adulti.
Carnàla
DUBOIS
Descrizione
Credits
Testo: Antonio Dubois
Musica: Antonio Dubois, Gaspare Vaccaro
Preproduzione: Gaspare Vaccaro
Produzione artistica: Carlo Delicati
Registrato presso Soundfactor, San Cesareo (RM)
Gaspare Vaccaro: Chitarre
Paolo Di Silvio: percussioni
Carlo Delicati: basso, batteria, tastiere
Antonio Dubois: voce
Dino Vaccaro: voce narrante per i versi di Alessio Di Giovanni tratti da “Voci del Feudo” (1936)
Grafica & Editing: Mariateresa Livraghi
In copertina: “Carnàla”, olio e zolfo su tela di Dino Vaccaro
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