Belotus

Belotus

Edless

2015 - Sperimentale, Alternativo, Electro

Descrizione

“Be lotus my friend”. E’ da questa casuale storpiatura di una frase ai più nota che nasce il titolo del nuovo EP degli Edless “Belotus”. Non è la prima volta che la band utilizza il nome di un fiore per rappresentare il proprio progetto artistico. Già nel 2014, infatti, era toccato all’aconitum (“Aconite”), e alla sua simbologia ambivalente secondo la mitologia classica, esprimere la tematica centrale dell’eterna lotta tra luce e oscurità presente da sempre nella produzione del quintetto milanese. In tale conflitto, il loto esprime un ideale punto di arrivo, essendo considerato un simbolo di purezza, di rigenerazione spirituale e di consapevolezza della propria natura e della propria capacità di non farsi contaminare dalle “lordure” di questo mondo (rappresentate metaforicamente nell’artwork dal pesce che risale minacciosamente la corrente). I brani affrontano questo contrasto e vanno interpretati ed ascoltati secondo una graduale linea cromatica che passa dallo scuro al chiaro; in questo senso va letto l’incipit cupo di What If , che unisce idealmente e tematicamente un classico della letteratura inglese come Romeo e Giulietta alle tinte più violente e grottesche presenti nella serie televisiva Fargo, ed il finale, invece, energico, catartico e liberatorio di Erase che chiude l’EP con “you feel it better”, in riferimento al modo di vivere lo scorrere del tempo. Dal punto di vista tecnico, Belotus è stato registrato per la maggior parte in presa diretta con tutti i musicisti che suonano insieme nel rispetto della vera tradizione indie-tronic. L'elettronica prende vita mettendosi a disposizione della performance reale del musicista e si fonde con il rock. A tal proposito, Giacomo Zambelloni, che ha curato le registrazioni ed il missaggio, evidenzia come “questo approccio ha permesso di conservare la dinamica e il suono, piccolo ma corposo specie sulle ritmiche, tipico della band. Alle registrazioni in presa diretta sono stati aggiunti overdub di chitarra con il Kemper e suoni organici come trapani, elementi acquosi, campioni vari. Gli effetti in fase di mix hanno cercato di esaltare le immagini che la musica voleva trasmettere come se si trattasse della sonorizzazione di un film”.

Credits

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