Si parte dalla Venezia del 1600, nebbiosa e corrosa dalla peste, passando attraverso la gagliarda veemenza che nasce dalla gelosia, per giungere all' interno di ippodromi Bukowskiani affollati, danze macabre e danze dei folli
“IN QUANTO GIÀ PECCATO” è un viaggio immaginifico popolato da monatti della peste, violini ubriachi, stregoni alchimisti e vecchi sporcaccioni.
Un viaggio intriso di immagini cinematografiche volto a provocare trances, “allucinazioni mistiche”, come le danze dei Dervisci rotanti turchi e degli Aissaua.
Il suono nel disco è aggressivo come una sbornia violenta e ipnotico e inquietante come un turbolento navigare nella nebbia.
Un conept album, legato dal senso comune nelle canzoni del Peccato, ripreso e grottescamente distorto dalle convenzioni della Chiesa.
Quattro preti corrotti, quattro medici della peste, quattro corvacci.
Caino è il Santo Protettore di queste canzoni.
Canzoni ubriache come “formamentis”, canzoni elettronicamente sporchissime, come “…
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