IŪS, in latino succo. Un’unica parola per ritrarre un suono liquido ma anche aeriforme, scuro eppure cangiante, che si allarga nello spazio e lo occupa come un olio o un gas denso dopo essere stato spremuto nella sua essenza.
Ad un anno da Musteri Hinna Föllnu Steina, Enrico Ruggeri torna con un nuovo lavoro totalmente in solitario, ancora una volta su etichetta Neverlab Avant, e lo fa proseguendo il discorso intrapreso con il disco precedente.
IŪS è infatti un’evoluzione meditata e inevitabile di Musteri Hinna Föllnu Steina. Ancora ambient livida, ancora landscape psichici che estraniano dalla realtà e portano in una dimensione altra, ancora brani che puntano ad evocare e al contempo a farsi esperienza acustica per l’ascoltatore. Ma anche un utilizzo di alcuni elementi nuovi ed estremamente fecondi nell’economia del disco. Come ad esempio i profondi battiti percussivi di Adiosu, che richiamano non-luoghi industriali e spazialità profonde. Oppure gli accenni di piano di Printania Dust, che aprono flebili ma vitali squarci di luce. O ancora la chiusura aurorale di Succo, là dove il dolore lentamente si frantuma e come un muro crivellato lascia passare i primi raggi di sole.
IŪS giunge alla sua realizzazione dopo gli apprezzamenti ricevuti da Musteri Hinna Föllnu Steina, sia per quanto riguarda la critica (citiamo fra tutti gli articoli pubblicati l’intervista su Blow Up all’interno di uno speciale sul rapporto fra suono e paesaggio), sia per risvolti prima inaspettati. Ne è un esempio Adiosu, brano che è entrato a fare parte, insieme ad alcune tracce del lavoro precedente, della colonna sonora dell’omonimo mediometraggio di Martino Pinna. Il film è una sorta di documentario-non-documentario nato dall’esperienza Sardegna Abbandonata (sardegnaabbandonata.it) e dagli stessi brani di Enrico Ruggeri: proprio la traccia intitolata Adiosu ha trovato il proprio completamento, dopo undici anni di lavoro, grazie alle immagini del film (che potete vedere, in Creative Commons, a questo link: vimeo.com/75515031).
Ma MHFS in questi dodici mesi è diventato anche una performance live dove la parte improvvisativa ha avuto un ruolo piuttosto importante, che in IŪS torna sotto forma di brano compiuto in tracce come Errore #11 e Errore #12. Mentre Succo lascia intuire nuovi scenari futuri tutti da scoprire.
Insomma, tutti e cinque gli episodi di IŪS segnalano sviluppi sorprendenti per la musica di Enrico Ruggeri, che da ex songwriter di una band di culto dell’indie-rock italiano dei primi anni Zero (gli Hogwash) si segnala oggi come una delle voci più interessanti della scena sperimentale italiana.
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