Con questo disco volevo dare forma ad un malessere costante, ad un'insoddisfazione che secondo me sta un po' alla base della vita di molti noi abitanti di Milano, così innamorati di questa città, che tanto però sembra distante dai nostri veri sogni. Molti vivono un immaginario collettivo fatto di bellezza e finzione, nostalgia per uno status che non hanno mai vissuto, una specie di sogno americano fatto di social e media. Guardiamo uno straccio di skyline che stiamo pian piano costruendo e sogniamo Manhattan, chiudiamo gli occhi e ci sentiamo un po' lì. E così anche nella musica italiana di nuova generazione si concentrano molti stilemi e modelli d'oltreoceano, senza che nessuno riesca effettivamente a riportarli con la stessa cifra. Mancano i mezzi, manca quel tipo di cultura, che non è nostra e che ha tutto uno spessore ed un sapore diverso. Dal vuoto inguaribile lasciato da questa assenza noi abbiamo tirato fuori BUTTER, il nostro disco, che nonostante le influenze straniere, ha la consapevolezza di avere tutto un suo atteggiamento personale. C'è la passione per generi diversi come il synth pop un po' più indie di Frank Ocean e SZA, e l'elettronica cupa nordeuropea, dai Knife a Planningtorock. C'è la voglia di raccontare l'ansia e la malinconia che si può avere quando si è costantemente insoddisfatti e delusi dalle dinamiche umane. Si parla di sesso, e sentimenti in questo disco, ma con la freddezza di chi sa che nella nostra era tutto è diverso ed ingestibile, e l'amore diventa già incostanza e voglia di scappare dalle promesse. Si parla di amici fuggiti all'estero ad inseguire il bisogno di possibilità. Si accenna alla debolezza della società di un paese che si fa abbindolare, ma a me non piace fare polemica o politica in modo plateale. Io non so scrivere le cose in maniera didascalica, specie nei testi. Scrivere in inglese è un filtro che mi allontana tanto dalla concretezza. Mi danno fastidio le frasi fatte, i concetti semplici che tutti prendono per buoni senza preoccuparsi di cosa siano effettivamente. Un tempo dipingevo gli stati d'animo, e così cerco di fare lo stesso anche quando canto e scrivo. Uso un codice, posso tirarti dentro oppure no, sta a te che leggi e ascolti. Ci vogliono ironia, amarezza e paura, queste cose condiscono il tutto, gli danno spessore anche se lo rendono poco sano...un po' come fa il burro, no?
BUTTER
EXWYFE
Descrizione
Credits
Written by Emanuele Ferretti
Prodotto e arrangiato da Giacomo Carlone and Emanuele Ferretti
Performato da Emanuele Ferretti e Giacomo Carlone
Registrato al Supermoon Studio (Milano)
Mixato da Giacomo Calone
Master di Bernie De Bernardi al Eleven Mastering Studio
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