Il primo album di fab (e i fiori), edito da Brutture Moderne / Spigolo e distribuito da Audioglobe, dal 20 marzo 2015 disponibile sia in formato fisico (CD digipack) in tutti i negozi di dischi, che in formato digitale su tutti i principali store online per il download e lo streaming (iTunes, Spotify, Deezer, Shazam, Google Play, Amazon MP3, eMusic, Rhapsody, Rdio, Xbox Music). Dal 5 marzo 2015 invece è disponibile negli store digitali il primo singolo estratto dall'album, accompagnato da un videoclip, intitolato pose (la regina del telefono).
L'album è composto da sei coppie di "canzoni - sorelle" (cioè con una tematica comune, ma viste da prospettive differenti) più una conclusione a sé stante, e descrive varie sfumature di rapporti: dalla noia accomodante del quotidiano alla gelosia assassina di un pazzo, dall'immaturità superficiale alle conseguenze del tempo che passa. I testi dell'album illustrano i rapporti di coppia da diverse angolature: si può parlare di una sorta di concept-album sull'amore (mancato) e sul tempo. Non ci sono vere e proprie canzoni d'amore in senso classico, ma bensì canzoni sull'amore, o meglio ancora: canzoni su casi di non amore, su qualcosa che potrebbe (o poteva) esserlo ma non lo è. Il disco è stato interamente registrato in presa diretta. Tutte e 13 le canzoni che lo compongono hanno una forte base ritmica di chitarra acustica e piano (elettrico o acustico), su cui prendono forma gli intrecci melodici di chitarra elettrica e violoncello. Una chitarra acustica che picchia, un violoncello che ingentilisce, una chitarra elettrica che sporca e un piano che amalgama sono la base strumentale dell'album. Ma oltre alla formazione consueta - che prevede anche un uso costante di percussioni - in alcuni brani è stata aggiunta una batteria; un paio di violini e di voci femminili, e un coro conclusivo.
L'album è diviso in due: la prima metà presenta le canzoni più orientate verso il pop, con tonalità in maggiore e atmosfere tendenzialmente più leggere, la seconda metà invece è caratterizzata da arrangiamenti meno "scanzonati", tonalità in minore, e strutture più complesse. Trovano spazio due brani più lenti e malinconici (nora e massì); una virata verso una specie di funky quasi psichedelico (barbara); una canzone infuocata da sonorità e ritmiche ispaniche ma bagnata da ritornelli beatlesiani (spara); e un pezzo finale (ario) caratterizzato da tre cambi di tempo e dalla coda strumentale su cui si appoggia il coro conclusivo.
Considerazioni della band:
« La nostra priorità è stata quella di produrre un album di musica sincera: non c'è stato editing, non sono presenti suoni sintetici, si è data la prevalenza a metodi e macchinari "analogici" e il computer quasi non è stato acceso, non per velleità di snobismo vintage (non abbiamo nulla contro la tecnologia moderna) ma proprio per garantire più sincerità sonora possibile all'album. Abbiamo tenuto tutte quelle cose quasi impercettibili (ma se si ascolta bene si trovano tutte) che dimostrano che il nostro è un lavoro suonato veramente: piedi che battono per dare il tempo, plettri che cadono, mugugni, imprecazioni più o meno decifrabili, urla indisciplinate per caricarsi, urla soffocate dalla fatica, respiri emotivi e respiri affannati. Sempre per la stessa logica di sincerità espressiva non abbiamo voluto toccare nè affievolire le zeta sbagliate e le esse ingrossate, e tutte le vocali pronunciate (aperte o chiuse che siano) sono esattamente come noi le pronunciamo nel parlato: essendo romagnoli, perché fingere di cantare con un'altra cadenza e pronuncia nascondendo la nostra origine? »
L'artwork dell'album (curato dal chitarrista Libero Foschi) è realizzato con alcuni disegni ad acquerello raffiguranti i quattro volti dei membri del gruppo e i loro rispettivi strumenti composti unicamente di fiori, foglie, frutti e bacche. In copertina troneggia un evocativo triangolo, composto anch'esso unicamente di fiori, segno inequivocabile della presenza femminile che colora e pervade tutto nonmiscordardite.
nonmiscordardite
fab (e i fiori)
Descrizione
Credits
Musica e testi di Fabrizio Barnabè
(eccetto ario: musica di Fabrizio Barnabè e Libero Foschi);
produzione e arrangiamenti di Fabrizio Barnabè, Libero Foschi e Filippo Gaddoni.
Registrato da Andrea Scardovi e Ivano Giovedì
dal ventitré al ventisei giugno duemilaquattordici,
missato e masterizzato da Andrea Scardovi
presso Dunastudio (Russi, Romagna);
prodotto da fab (e i fiori) - edito da brutture moderne.
Fabrizio Barnabè: voce, chitarra acustica, cembalo, shaker, grancassa, basso, tastiera;
Libero Foschi: chitarra elettrica, voce, cembalo, shaker, chitarra classica, stompbox;
Filippo Gaddoni: pianoforte, fender rhodes, organo hammond, basso, diamonica, cajon;
Antonio Cortesi: violoncello;
Nicola Nieddu e Anna De Leo: violini in nora;
Mattia De Paola: batteria in nora, massì e ario;
Valentina Ponti: voce in bambola, bye bye e ario;
Elena Cattani: voce in bambola, bye bye, nora, massì e ario.
Il coro finale in ario è composto da: Anna De Leo, Elena Cattani, Fabrizio Barnabè, Libero Foschi, Oscar Davoli e Valentina Ponti.
Grazie a Mattia Pinna De Paola, Valentina Ponti, Elena Cattani, Anna de Leo e Nicola Nieddu per aver contribuito musicalmente alla riuscita dell'album prestandoci il loro tempo e il loro lavoro; Davide Galanti e famiglia per la pazienza e la chitarra acustica d'annata; Cristina Zama per le determinanti consulenze sui testi; Lorenzo Calderoni per la miccia; Iacopo Casadio per la spinta essenziale; Saverio Galanti per aver posto quasi tutte le basi; Leonardo Foschi per la batteria; Marco Manzoni per il basso; Andrea Scardovi e Ivano Giovedì per i consigli; Monica Spinosi per il provvidenziale aiuto.
Idea copertina di Fabrizio Barnabè e Libero Foschi;
disegni e grafica di Libero Foschi (ramdasfoschi.it)
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