L'album era nato per essere acustico, soltanto la mia chitarra e la mia voce. Credevo di farne un demo, finché mi sono fatto convincere a chiamare alcuni amici musicisti e realizzarlo "come andava fatto", cioè in chiave rock-blues. La presenza di Ellade Bandini alla batteria, inaspettata ed incredibile, ha messo tutto nella giusta dimensione fin da subito, ed ha posto anche le basi di una amicizia e di una collaborazione che sta continuando con il nuovo album, in uscita ad aprile 2017.
Le canzoni di «UH!» sono nove frammenti della mia vita raccolti da appunti sparsi, presi durante i miei viaggi, poi finiti nei concerti e infine su disco. Alcuni pensieri sull'amore e sulla nostalgia; altri sull'attualità della guerra, della resistenza quotidiana, della società multietnica.
A fare pochi dischi, a non avere fretta, è così: ci vanno a finire dentro tante cose, ma tante! Tante facce, tanti momenti. Forse altri appunti per non perdere memoria delle cose che contano.
Tra le tante cose che mi sono sentito dire, dal 2010, fra le recensioni ed i commenti del pubblico, mi colpisce che sia stata notata l' "onestà" del lavoro, il che mi convince di quanto sia importante parlare solo quando si ha davvero qualcosa da dire o da raccontare.
Concludo questa presentazione con un grande grazie a Beatrice Fontana, che ha dato al cd una grafica da major; un altro grande grazie va ai musicisti per questo lavoro che è stato anche una grande lezione di musica, una grande esperienza. In particolare grazie al grande Ellade e a Giordano Occhi, produttore indipendente che in questo caso ha fatto il tecnico alla mia autoproduzione, senza mai risparmiare sul tempo e sulle proprie competenze.
LE CANZONI
Evito di scrivere romanzetti su ogni canzone, che è molto meglio quando riescono a raccontarsi da sole. Scrivo però due righe su alcuni dei pezzi che tornano più spesso nei miei concerti.
Uno di questi è Semi colorati, che parla della bellezza del mescolarsi delle etnie e delle razze, da un ragionamento fatto viaggiando in su e in giù, dalle parti del Po river.
Dio del mare racconta una breve storia che dimostra che, a credere alle apparenze, si rischia di perdere occasioni di vita. Pensateci bene, prima!
Il botto è un piccolo inno che ho scritto per il mio quartiere, l'Oltretorrente di Parma, dove le strade e le osterie sono state un posto di duri, e tuttora ci si incontra, come sempre arditi e qualche volta puri, a mescolare l'opera lirica, il blues , i canti popolari e i ritmi africani.
Mille e la notte la tengo per la conclusione, perché è romantica e mi fa finire i concerti in abbracci. Che nella musica è importante anche quello.
Fabrizio, 21/2/2017
facebook.com/fabrizio.frabetti
Descrizione
Credits
Batteria, Ellade Bandini;
basso, Max Scaccaglia;
chitarra, Lelio Padovani;
tastiere, Christian Pascelupo;
voci, musiche e testi, Fabrizio Frabetti.
Registrato e mixato da Giordano Occhi al Sonora Studio.
Grafica di Beatrice Fontana, www.cliccalinca.it .
Fotografie di Giuseppe e Fabrizio Frabetti.
Rassegna stampa: https://goo.gl/6VwA11
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