Uno degli album più belli della scena punk rock-alternative-italiana di metà anni novanta. Ebbe un discreto successo e fu pubblicato peraltro da una etichetta abbastanza importante.
Si sente l’odore ed il suono di quel mondo sotterraneo di tanti ragazzi che credevano nella musica suonata, agli antipodi di Sanremo, del mainstream e si trovavano nei locali, nei centri sociali ma soprattutto nelle sale prova in un’epoca in cui ancora la parola mp3 non esisteva e nemmeno i social network, ma esisteva una comunità musicale.
Prima ancora dell’avvento del video musicale estetico, Videomusic passava frequentemente il loro brano “Il Volo”. Molto bella e similmente costruita è anche “Vivi il tuo tempo”, che dà il titolo all’album.
In genere la composizione inizia con efficaci e melodici riffs di chitarra elettrica distorta, su cui si innestano linee di basso che supportano con potenza le semplici ma bellissime armonie dell’epoca.
I testi sono disillusi, vividi e non lasciano spazio all’immaginazione. Veramente emozionante ed un monumento ad un periodo in cui c’era chi sperava che la musica, ed il mondo con essa, prendesse un’altra direzione.
Federico Meccariello
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Uno degli album più belli della scena punk rock-alternative-italiana di metà anni novanta. Ebbe un discreto successo e fu pubblicato peraltro da una etichetta abbastanza importante.
Si sente l’odore ed il suono di quel mondo sotterraneo di tanti ragazzi che credevano nella musica suonata, agli antipodi di Sanremo, del mainstream e si trovavano nei locali, nei centri sociali ma soprattutto nelle sale prova in un’epoca in cui ancora la parola mp3 non esisteva e nemmeno i social network, ma esisteva una comunità musicale.
Prima ancora dell’avvento del video musicale estetico, Videomusic passava frequentemente il loro brano “Il Volo”. Molto bella e similmente costruita è anche “Vivi il tuo tempo”, che dà il titolo all’album.
In genere la composizione inizia con efficaci e melodici riffs di chitarra elettrica distorta, su cui si innestano linee di basso che supportano con potenza le semplici ma bellissime armonie dell’epoca.
I testi sono disillusi, vividi e non lasciano spazio all’immaginazione. Veramente emozionante ed un monumento ad un periodo in cui c’era chi sperava che la musica, ed il mondo con essa, prendesse un’altra direzione.
Federico Meccariello