Intima connessione

Intima connessione

Fattore K

2024 - New-Wave, Indie, Alternativo

Descrizione

Terzo disco dei Fattore K che arriva dopo un periodo difficile. Le liriche dell'album invitano a guardarsi allo specchio per visualizzare quello di cui abbiamo veramente bisogno e quindi sviluppare una "Intima connessione" con se stessi e la natura, nutrendo la nostra sensibilità estetica, artistica e spirituale.
È un viaggio nel profondo delle difficoltà e dei turbamenti di una persona al cospetto delle avversità della vita e delle molteplici forme che esse possono assumere.
Si parte con una amara riflessione (In un mare di M) sulla deriva della comunicazione e del dialogo costruttivo tra individui, in una realtà ormai consolidata in cui è scomparso il piacere di confrontarsi e apprezzare le diversità, mentre sembra affermarsi l'abitudine di attaccare e umiliare chi ha posizioni non in linea con la propria.
Viene poi affrontata la delicata questione dello stress lavorativo (Burnout) soprattutto dal punto di vista di chi lavora in orari notturni e nei giorni festivi, che può portare ad una condizione di pericolosa depressione per chi si rende conto che la propria attività professionale danneggia inevitabilmente la qualità della vita.
Si prosegue con il dramma che affligge molti giovani ma anche meno giovani della fobia sociale (Tutto regolare). Il non sentirsi in pace con sé stessi e con gli altri, la paura di non essere capiti e deludere le aspettative della società non dimostrandosi all'altezza delle varie situazioni che può portare ad isolarsi nella realtà parallela della rete e quindi in uno stato di sofferenza estrema e dare luogo a patologie che possono rovinare un'esistenza.
Vengono anche affrontati i temi del timore di perdere una persona cara (Resto qui), del tempo che trascorre inesorabile e della paura di invecchiare (Autunno). Le ultime due canzoni del disco offrono uno spiraglio di speranza. Una sorta di soluzione che prevede il rifugiarsi nei propri luoghi del cuore (C.R.E.T.E.) in questo caso rappresentati dalle crete senesi a godersi un inaspettato temporale e di perdersi nella contemplazione della natura (Spazi infiniti) in quello che è un omaggio a "Il Viandante sul mare di nebbia" del pittore romantico tedesco Caspar David Friedric. Quest'ultima traccia riprende le parole con cui lo stesso artista ha descritto la propria opera e suggerisce il concetto di isolamento del viandante come soluzione alle criticità descritte negli altri pezzi.

Credits

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