Il titolo del nuovo album di Fede 'n' Marlen "Terra di Madonne" è un esplicito riferimento alla loro
città: Napoli.
Oltre cento edicole votive, nicchie sacre, hanno per decenni illuminato le strade, i vicoli,
avvicinando il divino alla terra.
Fede 'n' Marlen tornano con il loro terzo Album e lo fanno partendo daccapo. La scelta musicale è
quella di un ritorno alle sonorità che hanno caratterizzato il duo sin dall'inizio. Voci,
armonizzazioni, chitarre, fisarmonica. Oltre agli arrangiamenti, il direttore artistico Massimo De
Vita ha infatti avuto cura di creare atmosfere, colori, suggestioni. Il suono di campane tibetane,
flauti, sassi lasciati cadere nell'acqua, violini e percussioni che aiutano ad immergersi in una
dimensione nuova, palpabile.
L' attenzione principale è come sempre data ai testi, alle parole, al loro peso oltre che alla loro
melodia. Nulla è lasciato al caso.
Entrambe, separatamente autrici dei brani, condividono il desiderio di raccontarsi e raccontare.
Le loro storie si fondano sulla volontà di denunciare. Ma è una denuncia non legata alla rabbia
piuttosto ad un senso di responsabilità per sé e per gli altri nel non nascondersi. Non vivere da
"fantasma" e anzi far risplendere la propria natura basata sull'amore e non sull'odio.
Nell'intraprendere la lotta nessuno è solo.
In questo senso la tematica dell'identità sessuale non è separata da quella delle discriminazioni
verso i migranti. Nel brano "io sono confine", racconto del viaggio attraverso il Mediterraneo,
l'attenzione è posta proprio sui confini, sui muri, non quelli geografici, seppur esistenti, ma quelli
umani. I confini che si innalzano violenti attraverso pregiudizi e rabbia.
Torna il tema del viaggio e l'utilizzo di più lingue come a tracciare una linea invisibile tra le culture
del Sud.
Il disco si chiude con un omaggio a Totò e alla sua Malafemmena, tradotta da Marilena per metà in
spagnolo. Ad accompagnare le due cantanti Ferruccio Spinetti al contrabbasso.
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