"...la smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro..."
sembra questa la frase fonte di ispirazione del nuovo disco di Federico Cimini.
Dopo un entusiasmante disco d'esordio uscito nel 2013 -‐ "L'importanza di Chiamarsi Michele" (MkRecords) -‐ che ha visto il giovane cantautore impegnato in lunghissimo tour su e giù per lo stivale, Federico decide di fermarsi per annusare nuove storie perchè, come dice sempre, "io di naso ne ho!".
Pereira (anche title track e singolo dal quale è stato tratto il videoclip realizzato da Giacomo Triglia) è un tuffo nella consapevolezza, nella voglia e nel desiderio di raccontare se stessi, a proprio modo. Quel modo che ognuno di noi ha di raccontarsi, in un equilibrio incerto tra il filosofico e il letterario, tenendo in mente che come 'sostiene Pereira': "La Filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità".
Ironico, scanzonato, provocatorio e tutt'altro che politically correct, è così "Pereira"; Cimini gioca sul contrasto tra la leggerezza impalpabile dei sentimenti e la consistenza rude della realtà.
Due camei originali ed imperdibili con gli amici Simone Cristicchi e Kutso.
Sonorità ricercate quelle di "Pereira", non più la musica come contorno alla poesia ma un tutt'uno denso e compatto.
Registrato da Andrea Rovacchi (già dietro i cursori di artisti come Marlene Kuntz, Cisco, Vinicio Capossela, Patti Smith e tanti altri) al "Bunker" di Rubiera; montato e arrangiato con la delicata e 'canterburyana' sapienza di Mirko Onofrio(Red Basica, Brunori Sas).
Contaminazioni musicali che alternano suoni distorti alla delicatezza del pianoforte, al progressismo di un synth e all'onorico soffio di un flauto.
"Non voglio raccontare i fatti miei alla gente, lo fanno tutti ormai. Voglio raccontare storie nelle quali c'è la mia vita ma anche, e soprattutto quella degli altri, perchè la vita non si racconta, si vive e mentre la vivi è già persa, è scappata" dice Federico Cimini.
“So sempre, anche se a volte resta vago, quando un'anima o un personaggio sta viaggiando in aria e ha bisogno di me per raccontarsi" (Antonio Tabucchi)
E' Bianca, come la storia di un ragazzo, delle sue insicurezze adolescenziali e di quelle più mature, la matrice di Pereira; una considerazione sull'evoluzione della persona come nel libro di Tabucchi “Sostiene Pereira”, romanzo di formazione dal quale mutua il nome del protagonista che fa la staffetta con quel "Michele" che, con gli anni, gli appartiene un pò meno. Come Fare, è quello che ci si chiede, in un mondo immaginario nel quale non esistono santi, eroi, vittime e carnefici. E' questa la “normalità”, lontanissima dal mondo attuale, che invece ha come tappeto ideale la Pelleliscia di una ragazzina cinica e senza interessi, che non pensa al futuro ma nemmeno al presente. L'amore indeterminato e senza confini in una canzone quasi d'amore come L'assassino, che come in un 'giallo scritto male' non si sa mai chi è il colpevole, neanche alla fine. Il Blu del cielo notturno su una "spiaggia nuova" seguendo con un dito la scia di quella Stella Cadente, che non cadrà perchè è solo un aeroplano.
E poi l'amore vero, che esiste, di Maria e del suo compagno che, ultranovantenne, continua a baciare una fotografia nonostante lei non ci sia più da molti anni.
Bruno l'erede di Pino è una divertente, e neanche tanto criptica, fotografia del panorama musicale 'indie' e del vizio tutto italiano di etichettare . Quel giorno in cui credevo (di essere normale e invece mi sono dovuto nascondere) è uno spensierato, disincantato e speranzoso elenco di cose che perdiamo proprio quando la realtà che ci sta intorno diventa insopportabile. E nel giorno in cui perderemo persino l'elenco delle cose perse ci accorgeremo che Il mondo diverso è quello che ci costruiamo, mentre scorrono i titoli di coda.
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