TESTO
E ne fecero un eroe e ne vollero fare un mito
sperando che quella leggenda avverasse un sogno fallito
ritornava dalla guerra di dio da un paese molto più a sud
da quella guerra tornò cambiato e lo chiamarono Robin Hood
era partito con servi seguaci cavalli armi e servitù
tornò a mani vuote ma un po’ più uomo ma non perdette la gioventù
e appena tornato da quell’inferno era ormai un uomo che sa
che non si nasce col sangue blu bisogna sudarsela la nobiltà
vide sangue vide violenza e guerrieri di un altro colore
che pregavano il loro dio inginocchiandosi verso il sole
e con lo sgomento dentro il cuore e con gli occhi pieni di orrore
capì che la guerra fin ieri sognata era tutt’altro che belle parole
e quindi un uomo con questi orizzonti troppo diversi per essere buoni
fu il terrore per tutti quei conti quei marchesi e quei baroni
e così ancora una volta uno che da perdere aveva tanto
rubò ai ricchi per dare ai poveri senza mai diventare un santo
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rubò a pubblicani a nobili e a suore
ma quella società gli rubò il cuore
lo sguardo di Maryon fu come una freccia
che senza ferire nel suo cuore fece breccia
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e rubava sempre di più e dormiva sempre di meno
gli rubavano sempre più sonno quegli occhi quel volto e quel seno
di quella fanciulla dal sangue reale amata una notte di rabbia ed amore
fra baci e carezze stringendola al petto le lasciò in grembo la rivoluzione
e in quelle notti di Sherwood musiche danze e di allegria
quando ogni povero aveva un pane viaggiava lontano la fantasia
verso un sovrano buono che non tornava da quell’assurda guerra
a liberare il trono da quel demonio di Giovanni senza terra
e una notte d’inverno di lampi tuoni e tempesta
Giovanni macchiò di sangue la neve di quella foresta
con negli occhi le fiamme di Sherwood nelle orecchie le grida degli ostaggi in prigione
nel cervello la disperazione e Maryon rapita dentro il cuore
guardò negli occhi i compagni rimasti vedove e figli senza padri
s’accorgeranno quanto valgono quelli che chiamano una banda di ladri
compagni il piano è questo Giovanni è meglio se ti penti
perché domani è il grande giorno è la rivolta dei pezzenti
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qui la storia continua ma è una bugia
qui la storia finisce parola mia
non ho mai sentito che un redentore
ammazzi il cattivo sposi la sua bella vince e non muore
rubò a pubblicani a nobili e a suore
ma quella società gli rubò il cuore
lo sguardo di Maryon fu come una freccia
che senza ferire nel suo cuore fece breccia
e ancora riposa nella foresta
quel Robin che non volle chinare la testa
se oggi non vince chi lotta per chi lavora
non poteva vincere Robin Hood allora
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ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone Storia di un Pettirosso si trova nell'album Storia di un Pettirosso uscito nel 2013.
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L'articolo Folco Sbaglio - Storia di un Pettirosso testo lyric di Folco Sbaglio è apparso su Rockit.it il 2022-03-14 11:55:00
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