WILD

WILD

FRANCESCO GAROLFI

2015 - Strumentale, Progressive, Ambient

Descrizione

DELLE DISTESE PROFONDE di Davide Sapienza
L’origine di questo album sta nei suoni dormienti di un apparato creativo fuori serie. Mi spiego. Wild è una questione tra Jack London, Francesco Garolfi e il sottoscritto, che si è offerto di essere messaggero di due delle storie più belle mai raccontate in letteratura, Il richiamo della foresta e Zanna Bianca. È vero, le ho tradotte con amore e poi ho proposto a Francesco di “suonarle” con amore. Ma come ogni grande musicista, lui ha osservato il messaggero, compreso il messaggio, ammirato la grandezza londoniana e ha raccolto questa preziosa essenza in un unico vocabolo che di questo progetto include ogni cosa: Wild. In italiano, questa parola dà spesso adito a fraintendimenti. Ma la lingua musicale di Garolfi non parla un idioma: lui conosce l’esperanto della musica e dunque è andato a risvegliare quei semi e a loro ha permesso di gettare. L’ho visto succedere e posso testimoniare che raramente accade. Come uno sciamano, ha seguito la preziosa e invisibile traccia di luce verso la radura aperta e lì, quei semi rari e preziosi, irriproducibili, in pieno inverno, hanno perforato il buio e portato a una foresta selvatica di musiche meravigliose. Tutto inizia nella mezzanotte di una luna calante autunnale: “Devo dare voce a una performance letteraria ispirata a Jack London. Ci sei?” Questo il mio primo messaggio. Sì, fu la sua prima risposta. La telefonata durò pochi minuti. Francesco per me è soprattutto un amico, ma è un musicista che ammiro sconfinatamente. Quel sì significava che il suo codice genEtico artistico, le cui diramazioni e radici conoscono bene “il selvatico”, era con Jack e con me per un’avventura che io avevo già battezzato Il Richiamo di Zanna Bianca. Serviva dirigersi di nuovo insieme verso l’Ognidove. Nel 2009 facemmo l’unica performance di Il Silenzio Bianco alla rassegna I Giorni di Jack da me diretta per il Circolo dei Lettori di Torino. Dovevamo compiere tutto il cammino dall’assolata California allo Yukon, sino alle regioni misteriose subartiche. Un salto oltre era necessario per seguire Jack in quella misteriosa zona dei laghi
nati sui vulcani spenti, dove saremmo restati in attesa della pista da seguire. La pista l’ha tracciata di nuovo Francesco e i suoi segnavia sono queste canzoni che ho immaginato al primo ascolto essere i punti di riferimento per viaggiare dall’Alaska al Klondike, lungo il fiume Yukon e sin dentro le viscere dei primordi
dell’umanità e della Terra. Jack London pubblicò Il Richiamo della Foresta nel 1903 e Zanna Bianca
nel 1906. Il secondo romanzo, più lungo e articolato, fu pensato come compagno del primo. È la storia inversa. Il primo racconta del ritorno al primitivo e a tutto ciò che di selvatico è (ancora) in noi. Il secondo, l’addio al wild per una vita d’amore. Il rapporto con Jack mi concede a volte di prendermi certe confidenze e perciò ho pensato: “perché non provare a utilizzare le due storie come binari dove far correre un treno di suoni, diretto a nord?” È l’idea profonda che guida la mia vita di scrittore che esplora sulle tracce del genius loci. Lo stesso che abita nello Spiritus Garolfi. Se avete questo cd tra le mani è perché Francesco ha deciso di accettare e far parte di questo strano trio di viandanti del tempo e dello spazio, insieme a Buck e a Zanna Bianca. Provo a dirlo in poche righe, dimostrando che le canzoni di Francesco sanno anche parlare dalla pagina scritta: Wild è un richiamo indomabile, il lungo sentiero, le distese profonde, respiro davanti al fuoco, nato nel silenzio, sotto
la luna, solo per amore. Parola sua. Credeteci, è andata proprio così. E anche se non ci credete, che importa: avete la musica. Avete i libri: “stava suonando il richiamo, composto da tante note: e lui era pronto a obbedire.” Noi eravamo pronti a obbedire.

“…E’ una musica dall’eleganza discreta, evocativa e a tratti cinematografica (valorizzata anche da un ottimo lavoro di registrazione), che si mette umilmente al servizio di un risultato più grande. Scopriamo così non solo il chitarrista Garolfi, già noto ai più attenti, ma un compositore e un intellettuale: servono, per un simile risultato, mestiere e tecnica eccellenti, ma non bastano; serve un’idea alta della musica, dell’arte tutta, della vita. Serve, in definitiva, una ricchezza interiore molto rara. Un disco da ascoltare, per vagabondi delle stelle.”
IndianaMusic Mag

“L’album è di grande atmosfera. A volte può richiamare il lavoro di Neil Young per Dead Man di Jim Jarmusch ma la cosa non dispiace, perchè l’autore se la cava egregiamente nel far sognare a occhi aperti.”
Musica Jazz

“Francesco Garolfi è un lupo solitario, un chitarrista molto dotato ma che ha deciso, per ora, di rimanere ai margini della scena italiana. Le note di Wild ben si amalgamano ad una letteratura che si fa immagine prorompente di paesaggi lontani. Garolfi ha una capacità innata ad essere lieve, etereo e il suo penultimo disco totalmente inedito e strumentale, Un Posto Nel Mondo, ne è valido esempio. Wild segue questa scia con quattordici tracks da ascoltare ad occhi chiusi, immaginando i paesaggi immensi dell’estremo nord e subendone il fascino.”
Distorsioni

Credits

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