Around

Around, un lavoro che ho iniziato circa 6 mesi fa, è quasi completato. Mancano pochi frammenti al suo completamento, ma mi ritengo più che soddisfatto di ciò che son riuscito a sviluppare. L’idea di base, intorno alla quale ruota tutto l’album, è di proporre un viaggio senza meta, in cui le tappe vengono solo consigliate; un via di fuga dalla vita quotidiana, aprendo la mente attraverso i suoni. Durante l’ascolto difficilmente darò all’ascoltatore una via chiara da seguire, difficilmente qualcuno potrà dire con certezza quel che io dico in certi punti, quel che darò son solo delle tracce da seguire. La testa sarà il centro del viaggio!

Sviluppare un’idea simile è tutt’altro che banale, non volevo cadere nelle solite situazioni viste e riviste, e il solo pensare che la mia musica dovesse far viaggiare menti diverse dalla mia mi portava quesiti alla quale era difficile rispondere; dovevo entrare nella testa di una persona ma non invaderla, dovevo far viaggiare una persona senza dare una guida chiara e precisa. La risposta che ho trovato è stata il suono. Ecco perché spesso si possono ascoltare frangenti in cui melodia e ritmo risultano quasi assenti: per il mio scopo, ritmo e melodia potevano essere messe in secondo piano. La cosa più importante era il suono, era e dev’essere quello che deve aiutare ogni ascoltatore a partire per questo viaggio. E se da una parte il suono sembra perforare letteralmente il cervello, dando una dimostrazione di quanto può essere grande la forza di un suono se posizionato ed emesso in maniera corretta, dall’altra ho cercato di rendere più facile possibile l’ascolto di tutta l’opera. Visti gli intenti e le premesse, il rendere facile l’ascolto era un’altra grande sfida per me, e non so se son stato all’altezza del compito: ecco perché al primo ascolto tutto potrebbe sembrare ad alcuni senza senso o addirittura messo a caso.