Descrizione

In "Wayfaring", a testimonianza di una sorprendente maturità artistica, Francesco Taskayali abbandona la formula esclusiva del pianoforte solo che in ben quattro brani presenti in tracklist ("Introitus", "Midnight", "Cihangir", "Bazar") viene avvolto dai suoni degli strumenti a corda della cultura mediterranea e mediorientale o evidenziato da batterie elettroniche e sintetizzatori. Come correttamente dichiara Ale Bavo che ne ha firmato gli arrangiamenti, “Taskayali scrive musica geografica. Da un lato, le armonie ampie richiamano i paesaggi pietrificati dal sole del deserto. Dall'altro, gli improvvisi e radiosi giochi melodici rivelano un sapore urbano, di mercati caotici in lontane metropoli multiculturali”.
Non mancano parentesi dedicate all’improvvisazione o alla ricerca come "Anatolia", che nasconde un omaggio a "Black Heart" di Fazil Say, o "Vienna", che riaccende la vena jazz e la passione per Keith Jarrett. "Wayfaring" è però in primo luogo lo specchio dell’animo di un giovane che dialoga con l’amore ("Emel"), gioca a fare il postmoderno accostando notturni di Chopin alla colonna sonora della serie tv cult Narcos ("3 A.M.") o rielabora nostalgicamente i suoni della sua infanzia ("Black Sea").
Protagonista indiscussa di tutti i 12 inediti è una melodia senza confini che si fa portavoce della storia personale di un animo inquieto come quello del mare, capace di divenire tempesta di emozioni partendo dal semplice e misurato suono di una goccia d’acqua sul davanzale ("Bazar"), filo conduttore di un album che come un diario di viaggio va vissuto con nuovo impeto ad ogni ascolto.

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