20 album che compiono 20 anni nel 2017
Mettere uno dopo l'altro questi dischi dimostra una cosa: il 1997 è stato un anno PAZZESCO per la storia della musica italiana. Non a caso è anche l'anno in cui è andato online per la prima volta Rockit.it, che quest'anno compie 20 anni.
A cura di Libera Capozucca.
Ancora praticamente sconosciuta, la band di Manuel Agnelli inizia a farsi notare con Germi nel 1995 per arrivare alla consacrazione nel 1997. È l’anno della pubblicazione del loro album più significativo: "Hai paura del buio?" è un omaggio al punk, all’hardcore, al pop, al noise in cui una voce ruvida, attraverso un montaggio vorticoso, offre la sua rabbia ad un mondo clandestino e anticonformista che si accorgerà presto del suo canto. Incendiaria miscela capace ancora di lasciare il segno.
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La canzone che dà il titolo al secondo album dell’artista catanese viene eliminata subito dopo la sua presentazione al Festival di Sanremo, al termine della prima serata. Eppure acquista subito grande notorietà in radio, lanciando il disco verso un successo inaspettato. Con naturalezza ed onestà artistica, la “cantantessa” afferma rapidamente la sua leadership nel mondo del rock italiano e lo fa con un disco ispirato ed intimista. Portavoce di confusione, paura, romanticismo, felicità, l’album è una dichiarazione di vita in mezzo ai venti del disagio. Bellissimo.
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Tra il ’95 e il ’99 la band di Marco Castoldi (in arte Morgan) – sconosciuta al grande pubblico – lavora su una trilogia di album “chimici” il cui baricentro artistico è creare canzoni nelle quali emerga un chiaro gusto per l’elettronica e le atmosfere new wave. Dopo "Acidi e basi", nel 1997 arriva "Metallo non metallo" accolto positivamente da pubblico e critica. Sulla pista di lancio delle maggiori emittenti radiofoniche, "Fuori dal tempo", "Il mio mal di testa", diventano singoli di successo e il gruppo riceve il Disco d’oro per le 100.000 copie vendute. Nel ’99 il cerchio si chiude con l’ultimo album della trilogia ("Zero – ovvero la famosa nevicata dell’85"). È la consacrazione di una band dallo stile unico, imitato e riprodotto da molti artisti negli anni a seguire.
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Secondo le regole della musica, se un artista non lascia una testimonianza significativa a suo nome non è nessuno. L’ascoltatore deciderà o meno la fortuna del musicista in questione: se i suoi dischi saranno in giro abbastanza a lungo, di certo penetreranno nell’immaginario collettivo anche dopo 20 anni; se invece saranno definiti come inutili opere, non sopravviveranno. Il disco d’esordio dei Subsonica colpisce un’intera generazione per quel modo, del tutto personale, di fare e scrivere musica. Brani acerbi ma costruiti intorno a ritornelli efficaci manifestano una forza melodica fuori dal tempo. Così, da quel lontano ’97, i Subsonica resistono ancora alle usure degli anni che passano.
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La band di Alioscia e Giuliano Palma comincia a fare sul serio per davvero quando, in occasione del decennale del gruppo, si trasferisce a Londra per registrare un nuovo album: "Crx", sotto la produzione di Tim Holmes (prima produttore dei Primal Scream, poi leader dei Death in Vegas). Già approdati al cantato in italiano fondendo con maestria hip-hop, dub, rock, black music, il nuovo lavoro si apre al drum and bass e disorienta gli ascoltatori. Sebbene la critica lo accolga positivamente, il suono scarno e all’avanguardia di "Crx" non produce un buon riscontro di vendite. Eppure il disco è una forza e se ne accorgono gli U2 che invitano la band ad aprire le due date italiane del PopMart tour.
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È il debutto discografico di una cantautrice che, con buoni musicisti e il produttore giusto (Manuel Agnelli), confeziona un disco dall’anima sporca e affascinante. Le sue grandi doti compositive e la voce aggraziata tra folk e rock arrivano con decisione al giudizio della critica che subito ne celebra il talento come miglior artista emergente e miglior album d’esordio del 1997. Robert Wyatt si accorge di lei finendo per duettare insieme nel disco successivo a "Tregua", un altro piccolo capolavoro destinato a rimanere nel tempo.
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I Litfiba concludono la serie dei quattro album sugli elementi naturali (El Diablo, il Fuoco; Terremoto, la Terra; Spirito, l’Aria) con "Mondi sommersi" a rappresentare l’acqua nel 1997. Della formazione originaria sono rimasti Pelù e Renzulli che scrivono il disco in un linguaggio volto a condensare il rock più classico con l’elettronica. Nascono canzoni destinate a rimanere nel tempo: "Regina di cuori", "Goccia a goccia", "Imparerò", "Ritmo#2". Il gruppo fiorentino arriva alle grandi masse vendendo quasi settecentomila copie in poco tempo.
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È il terzo album della band di Emidio Clementi, pubblicato dalla Mescal e prodotto da Steve Piccolo che ha collaborato anche come musicista. Il percorso del gruppo è un chiaro esempio di affermazione artistica nel tempo, in virtù di una forte capacità espressiva sganciata da richieste commerciali e autenticamente originale. Il disco segna un punto di rottura rispetto alla precedente produzione: l’aggressività lascia il posto a piccole storie dove la parola si carica di importanza. Lo stesso Clementi lo presenterà come il disco più impervio realizzato dalla band, ma di sicuro anche il più affascinante.
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Nel 1997 i Tre Allegri Ragazzi Morti esistevano solo da tre anni, eppure avevano già pubblicato una quantità imbarazzante di canzoni pazzesche che ancora oggi funzionano da inni, ai loro concerti e nella vita delle persone. In quei tre anni infatti vennero pubblicate tre musicassette ("Mondo Naif", "Allegro Pogo Morto" e "Si Parte") seguite poi da questo primo LP che univa pezzi in versioni live e qualche inedito. Una imprescindibile nella carriera della band.
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Il disco d’esordio di Elisa si intitola “tubi e fiori” a rappresentare l’ambivalenza della sua anima: per certi versi rock, per altri più intimista e pensosa. Interamente scritto e musicato da Elisa in inglese e prodotto da Corrado Rustici, questo album vince la Targa Tenco come miglior opera nel 1998. I singoli (Labyrinth, A feast for me, Cure me) rimangono pezzi celebri intrisi di forza e poesia e la ragazzina semisconosciuta parte alla conquista del mercato discografico. Caterina Caselli osserva e dirige dietro il palco.
È il terzo album dei C.S.I. dopo "Ko de mundo" e "La linea gotica", abbreviato per questo con l’acronimo T.R.E. Trae ispirazione da un viaggio in Mongolia intrapreso da Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni attraverso la Transiberiana. A sorpresa è stato l’album della band più venduto in Italia per una settimana intera (raggiungendo circa le 100.000 copie in poco tempo) e uno dei dischi più rappresentativi del rock d’avanguardia, mantenendo ancora oggi un indiscusso primato tra i migliori dischi italiani di sempre.
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Il primo lavoro dei Virginiana Miller viene prodotto da Marc Simon con la collaborazione di Giorgio Canali (PFM, Litfiba, CCCP) e C.S.I che suonano in alcuni brani del disco insieme agli Yo Yo Mundi. La band toscana si fa notare nell’ambito di alcuni concorsi importanti su scala nazionale e nel 1997 realizza la sua opera prima, Gelaterie sconsacrate, riscuotendo buoni consensi di critica e tanta visibilità. Alcuni lo giudicano in assoluto il miglior disco del momento, e a distanza di 20 anni rimane una delle pietre miliari del rock italiano.
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Lorenzo Cherubini abbandona lo stile spensierato e giocoso dei lavori precedenti e si fa più intimista e riflessivo, segnando una svolta decisamente nuova all’interno della sua produzione discografica. "L’albero" è il disco della consapevolezza che viene dalla maturità, intesa come ricerca interiore. L’attraversamento de "La linea d’ombra" che conduce all’età adulta ce lo spiega perfettamente. Protagonista dell’album è la world music avvolta in una coperta di suoni e ritmi etnici, funky, ragamuffin, rap.
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Frankie Hi-Nrg si affaccia sulla scena musicale agli inizi degli anni ’90 e conquista la notorietà con il singolo "Quelli che benpensano", premiata come canzone dell'anno al Premio italiano della Musica. Collabora con Riccardo Sinigallia alla stesura del pezzo e fa decollare il disco verso un successo che dura ancora oggi.
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Di nuovo lo zampino di Manuel Agnelli alla produzione artistica di questo disco, segnalato dalla critica come buon esempio di originali composizioni melodiche arrugginite da esplosioni rock. È il sodalizio di Paolo Benvegnù e Sara Mazo – timbricità vocaliche in contrasto - a creare un prodotto dallo stile unico e personalissimo in cui il rock si lega al jazz, al pop, alla new wave e al cantautorato italiano. Un album nuovo che svela ancora oggi tutta la sua energia sperimentale.
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Accontentare il pubblico non è mai cosa semplice, specie quello più alternativo che ama dividere la musica dal business, ritenendo che il reggae debba rimanere nei sotterranei della storia. Eppure alcuni dischi lasciano il sentiero di provincia per arrivare lontano, perché quando si usa anima e cervello, il passaparola diventa consenso unanime e arriva inaspettata la notorietà. Corre l’anno 1997. Bunna e soci imbracciano la chitarra e scrivono testi carichi di insofferenza e denuncia che arrivano dritti al cuore del reggae: il gioco è fatto.
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Il disco prende il titolo da una cover dei Denotazione contenuta nell’album. La band aveva destato la curiosità del pubblico dopo la pubblicazione del primo lavoro discografico (La Crus), ottenendo il Premio Ciampi e la Targa Tenco. Da quel momento la critica li sostiene come formazione dall’indiscusso talento compositivo. Nel 1997 dunque esce il loro secondo lavoro e le radio diffondono il singolo "Come ogni volta" da cui parte il tour nei teatri: grande successo.
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Scoperto da Lucio Dalla nei primi anni ’90, arriva alla notorietà qualche anno dopo con il singolo "Chicco e Spillo" e successivamente con l’album "Freak". Il terzo disco (titolato con tre asterischi e noto come Samuele Bersani) raggiunge subito il successo e la canzone "Giudizi universali" vince il Premio Lunezia come miglior testo letterario: un viaggio romantico dotato di leggerezza pur attraverso uno stile espressivo intenso e mai banale. È l’inizio di una carriera artistica che brilla ancora dopo 20 anni.
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Max Pezzali pubblica il secondo album senza Repetto continuando ad usare la sigla che li ha resi celebri. È già il quinto album e continua a non sbagliarne una: "La regola dell'amico" è il tormentone dell'estate, tutte le ragazze cantano "Finalmente tu" (rilanciata anche in duetto con Fiorello, mattatore del pre-serata televisivo dell'epoca con il Karaoke), il disco è primo in classifica all'uscita e si classifica tra i primi 10 dei più venduti in assoluto quell'anno. Giocando con molti anni d'anticipo sull'effetto-nostalgia, l'artwork del disco riprende le copertine degli album Panini e contiene un pacchetto di figurine con i ritratti degli 883.
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Il Festival di Sanremo del 1997 gli regala la visibilità e il Premio della critica nella categoria “nuove proposte” con il brano "Capelli", contenuto nel disco in questione. La “neonata” scuola romana di cantautori emergenti inizia a farsi conoscere: Max Gazzè, Daniele Silvestri, Tiromancino, Niccolò Fabi conquistano, poco alla volta, il pubblico creando un nuovissimo filone artistico. Il ragazzo dai capelli spettinati ci sa fare e lo dimostra nel suo primo album: brio e sincerità, intrattenimento e impegno, un mondo vivo che canta la vita al presente guardando al futuro. Un futuro che, dopo 20 anni da allora, conferma intatto il suo talento.
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--- La gallery 20 album che compiono 20 anni nel 2017 è apparsa su Rockit.it il 2017-02-24 11:48:20