Personaggi Dal sangue caldo e acceso: cercate un duello, una sfida o una baruffa e lì lo troverete, cercate un'osteria ben fornita dei migliori e più costosi vini e lo troverete ugualmente. Scaltro e avveduto, pronto a cogliere il minimo vantaggio di ogni situazione. Ladro e contrabbandiere, per esigenza, convenienza e convinzione, pensando che tutti dovrebbero condividere ogni cosa. A qualcuno che lo tacciò di disonestà, rispose: «Non sono io, è la "giusta mano" del cielo» Taciturno e riflessivo, dal misterioso passato; una di quelle anime preziose e incrollabili su cui, nel momento del bisogno, si può contare. Letterato e colto. Si dice che abbia un passato da uomo di chiesa o che sia stato istruito da un monaco e, se è pur vero, che il seme della religione non ha attecchito molto nel giardino della sua anima, sono cresciuti, invece, i semi delle scienze e delle lettere, in quantità sufficiente da permettergli di dubitare quasi di tutto. Dai modi raffinati e gentili, che tende a dimenticare quando ha fame. Amante galante e cortese. Ricco di arte e di spirito per, chi, di volta in volta rende "regina" o "re" del proprio animo. Troppo appassionato per stancarsi dell’una, troppo elegante per abbandonare l'altro. Non si sa più come, non si più quando, nelle vene più oscure e profonde della montagna nera, grazie la Gemma della Creazione alcuni frammenti di non si sa quale metallo e fumi di gas, presero vita. Creature sfuggenti, popolavano le foreste alle falde della montagna, fino a costituire i migliori pedoni per l'esercito nero. Come si può descrivere due montagne viventi? Le forze naturali nella loro manifestazione fisica; quando vedrete, in mezzo alla nebbia, lontano, due grandi ombre dimenarsi, sentirete un grande rimbombo, allora conoscerete la lingua dei giganti: le due torri nere. Cavaliere Bianco Uno dei due paladini della città bianca. Fiero, orgoglioso, valoroso. Sempre in prima linea, pronto al sacrificio. Meraviglioso nel portamento, nobile nel corpo, regale nell'animo, freddo nel pericolo, distaccato da quell’emotività che rende fragilio, l’eroe perfetto, di ogni romanzo. Il Primo cavaliere della sua Regina. Un sapiente. "I numeri sono la musica sullo spartito del cosmo", dice lui. Un dotto. "Le parole sono le note di cui è costellata la musica che ci circonda", dice lui. Al tempo della nostra storia non sappiamo molto di questo cavaliere, che scompare presto dalla partita. Forse in futuro potremo raccontare anche di lui. Due efficienti macchine da battaglia, dalla lunghissima gittata: Ibensin e Ibenrushd hanno lavorato bene. Due negromanti, o qualcosa di simile. Anche di loro non abbiamo molte notizie, sparendo presto dal campo di battaglia. Forse in futuro troveremo notizie anche di loro. Si dice venisse dai Monti Rufei, un ippogrifo, Capitano dell'esercito nero. Uno dei due Capitani neri. Regina dei bianchi, dai biondi capelli e dagli occhi chiari. Di una bellezza estrema appena sfiorita. Regale, nobile, superba nell'aspetto e negli atteggiamenti. Con quella severità, innata, delle persone abituate al potere, che non si traduce in in sussiego, ma che non permette di cedere, mai, ne' sul passo, ne' sul punto. Razionale, pragmatica e calcolatrice, disposta a qualunque cosa per ciò che ritiene il bene della sua gente. Dicono che la sua arma più potente fosse la voce. Con una mente fatta di forme e numeri, quasi più bianco della propria veste, dal volto perfettamente definito, dai movimenti misurati e precisi. Questo era il Re delle terre bianche e aveva progetto molto ambiziosi. Bronzeo, seppur imperfetto, con una robustezza integra, seppur tracciata, da una indefinibile malattia, segnato fin nel suo interno, seppur perfettamente vivo, come un tronco dopo aver ricevuto la folgore, con un mezzo riso, pietrificato sul volto, così si sarebbe presentato il Re Nero se fosti state là allora. Protagonista della nostra storia. Un ragazzo solo, in una città di cui non ci importa, qui, ricordare il nome, in una soffitta di cui non serve, ora, indovinare dimensioni e forma, ne’ quanta luce dovesse trapelasse dall’unica finestra, per accendere la polvere in sospensione. Nella notte del solstizio di inverno, temendo di avere perduta la propria compagna, rivolge una piccola preghiera al cielo, scatenando eventi che lo porteranno oltre sé stesso. Scherzoso e allegro, facile alle gozzoviglie e alla compagnia, dotato di quella spensieratezza che rende il mondo leggero. Giocherebbe scherzi ad angeli e diavoli senza battere ciglio, indifferente a pericoli, disgrazie e morte, poiché secondo lui, ai primi ci sarebbe rimedio e dunque non gioverebbe preoccuparsene, mentre alla seconda non ce ne sarebbe, e dunque, ugualmente, preoccuparsene sarebbe inutile. Qualche sua amante gli diede questo soprannome...dice lui. Avveduto esperto e saggio, non un crociato alla ricerca di pericoli, ma all'occorrenza si può contare sul fatto che non si tirerà indietro ---La gallery Nice - I personaggi è apparsa su Rockit.it il 2021-12-06 18:23:04