BOXE

BOXE

Giargo

2024 - Jazz, Funk

Descrizione

Esce il 29 Novembre BOXE, l’album d’esordio di Giargo, artista foggiano di base a Bologna da diversi anni.
Nel 2023 è stato inserito da Rockit nei 100 nomi dell’anno della musica italiana, già vincitore del premio Special Stage - Nuovo Imaie e della miglior performance live al BMA di Fonoprint.

BOXE prima di essere un prodotto discografico è una vera e propria attitudine musicale, quella che ritroviamo alla base della scrittura e dell’interpretazione dal vivo sia di Giargo che della sua band.
L’album verrà pubblicato sia sui digital che in vinile, ed è stato pensato e assemblato in un perfetto equilibrio tra lato A e lato B, che appaiono come la rappresentazione delle due fasi di un viaggio fisico e introspettivo, e anche le due facce dello stesso progetto.

Boxe non si pone l’obiettivo di trovare uno specifico genere e inserirsi a forza in una targettizzazione discografica netta, cerca piuttosto di intercettare pulsioni e attitudini sonore dei musicisti che lo hanno suonato ed arrangiato, per poi restituirle all’ascoltatore.
A canzoni d’amore felici e malinconiche si alternano canzoni fatte di svogliatezza, passeggiate lente e dinoccolate per i quartieri popolari, profumi e fritti misti liguri, sabato sera al sud e lungomari di freaks in topless baciate da tramonti postmoderni. A guidare questo incontro di BOXE, un arbitro vestito di bassa nova e carnevale, che alle volte pare sventolare il fazzoletto italo-funk di Battisti, altre invece suona assoli di sax jazz o di chitarra acidula e pop.
BOXE dura una mezz’ora circa, il tempo di un fugace ma intenso primo incontro. Di quelli capitati per caso ma che si ha voglia di replicare ripetutamente.

Elemento preponderante del lato A del disco sono influenze Latin e Funk-Jazz, che si evidenziano nei ritmi sostenuti ma al contempo rilassati e melodici, accompagnati da testi poetici interpretati con un cantato dal tono volutamente svogliato e senza particolari velleità virtuosistiche: il fine ultimo è raggiungere una forma di godimento e benessere sia per chi si trova a suonare e cantare i vari brani, sia per chi sceglie di ascoltarli. Questa è la filosofia che accomuna chi ha lavorato alle varie fasi di realizzazione dell’album.
È proprio Boxe, la traccia da cui prende il nome il disco, a restituire un’impronta dalle sonorità morbidamente incalzanti, che strizzano l’occhio a un italo-funk di battistiana memoria. Il chiacchiericcio autoreferenziale e vuoto, su un arrangiamento minimale che arriva come fosse un eco lontano, è invece il tappeto perfetto che fa pulsare il pezzo.
All’ ondata di parole di cui si viene inondati ogni sabato sera, il disco risponde con un elusivo e beffardo Buonasyra, a suon di flauti bossanova ed onomatopee di scherno (“pap-pe-ro”).
E allora, meglio preferire una scampagnata in una Liguria abbandonata, quella che si intravede dal versante litoraneo che affaccia sulla dismessa Piaggio (pezzo che apre l’album), dal profumo di un Basilico carioca, celebrato dall’unione di fiati e voci ad elevare potente eco, quello del ritorno alle cose semplici. Quelle stesse cose semplici con cui è cresciuta una specifica generazione che ha fatto della “noia” una pulsione creativa, l’ultima generazione che non avrebbe voluto “mai più crescere”.
Proprio Crescere, con la sua matrice di stampo mediterranean-jazz/brazilian-funk, è il brano che più degli altri mette insieme le inclinazioni e i riferimenti musicali di ciascun componente dei Baia Zaiana, gruppo di sei elementi che ha prodotto e arrangiato Boxe.

Nel lato B si cede il passo a sonorità dagli echi mistici, malinconici e vagheggianti.
Malinconij e Miracolo, i brani più fusion del disco dove dettato il tempo sonorità groovy-smooth tipiche del Jazz-Funk anni ’70 e una rivisitazione tutta mediterranea del partido-alto brasiliano.
Il viaggio di Giargo e Baia Zaiana volge al termine nella città di Napoli, dove il disco è stato parzialmente registrato e ultimato nel missaggio e nella masterizzazione allo studio Arte dei Rumori. Napoli, per un progetto musicale nato a Bologna nel solco indelebile lasciato dai cantautori felsinei, rappresenta la tappa necessaria per riuscire a comprendere ed esaltare quella complessa leggerezza musicale tipicamente italiana, che tutto il mondo ci invidia.
Leggerezza, e questo è alla base di tutto l’album, che mai scade in superficialità.
E proprio sul lungomare partenopeo, ai piedi del Vesuvio, è ambientato il Proemio pianistico, le cui note arrivano fino a Piazza Dante, cui è dedicata l’ennesima scanzonata ballata latineggiante, in cui Giargo racconta la fugace avventura amorosa di un weekend: nei vicoli dei Quartieri Spagnoli ancora riecheggia quel solo di sax.
L'album si chiude affondando in un morbido Materassi. Luogo fisico e dell’anima, dove il sogno è iniziato, poggiati sul pavimento del cantautore foggiano. Come piume morbide sono le sovrapposizioni armoniche di due chitarre classiche che invitano, come in una dolce serenata, a lasciarsi tutto alle spalle e a godersi un po' di sana intimità, tra pagine di libri e copertine di vinili ingiallite da tempi migliori.

BOXE é una ventata di tropicalismo, jazz, funky, canzone italiana e attitudine mediterranea, che questo sia stato prodotto da musicisti che non hanno mai vissuto al sud dell’Emilia, testimonia che il meridione è un elemento ancestrale in ognuno di noi.



TRACK BY TRACK DELL’ARTISTA

PIAGGIO.
Una terrazza a Varigotti e una grande fabbrica abbandonata della Piaggio sulla spiaggia di Finale Ligure. Tre freaks in topless vengono baciate da un tramonto postmoderno per luce e ambientazione mentre i bagnanti, imbarazzati e curiosi, sdegnate, le mogli di provincia, sbirciano, cercano, ridono, sbuffano nell’attesa della luna, mentre una storia d’amore destinata a finire ancora, fa da sfondo a sogni alcolici di lacrime e poesia.

CRESCERE.
Colazione al bar, aperitivo al minimarket. Domenica mattina al cinema per le rassegne d’autore. A tratti malinconia, a tratti felicità. “Se la musica non va, cerco lavoro come casalingo”. Il sogno di un’isola di ragazze e silenziosa serenità. Divertirsi un po’ mentre il tempo viene e va, lasciando vecchie e stanche parole d’amore scomparire tra le voci e le macchine che passano tra i palazzi di città.

BOXE.
La disperata vitalità del sabato sera. Messo all’angolo, come nel corso di un incontro di boxe, dai demoni ubriachi della piazza. Le persone sono fatte di autobiografie raccontate male e senza freno. Scarsa empatia nei confronti dell’interlocutore. Sconfitto per KO non tanto dall’alcol ma dalle parole e dagli sguardi di occhi ansiosi e vuoti. Parole come pugni, che fanno solo pensare “sabato prossimo, non esco”.

BUONASYRA.
Al sud, si dice sempre “buonasyra”, per educazione. E sempre per educazione bisognerebbe cercare di non corrompere con ansie e cattivi umori le gioie di una birra al bar, o di una felice e luminosa storia d’amore fatta di gatti, film di Woody Allen, Godard e Nanni Moretti e foto Kodak scattate all’immortalità.

BASILICO.
Immersi nella campagna ligure il buon profumo di basilico non tarderà a presentarsi alle vostre narici. Tutt’attorno, grandi limoni e nuove idee per nuova musica. Una famiglia felice attorno al tavolo, lo zio ubriaco che si sveglia, con la sigaretta in bocca, dà inizio alla giornata mentre la sera, acquattata dall’altra parte del mare, promette appuntamenti su fili di carta e piccoli baci d’estate.

MALINCONIJ.
Musica per i giorni di pioggia. Materassi per i giorni di pioggia. Sesso e desiderio per i giorni di pioggia. La malinconia non è tristezza e le lacrime cadono sulle guance innamorate. Cosa ci faccio qui? Solitario tra i quartieri popolari che cammino senza sosta. Avrei bisogno di una pausa, nel letto, con te, pcchè sul c te, m pijc a fà ammor.

MIRACOLO.
Sottopassaggi napoletani, alta velocità, sepolcri di madonne e passeggiate al cimitero. Erbacce tra le nostre vite, tra i palazzi solitari e i clochard fatti di vino e sigarette. Nell’attesa del miracolo nascosto dentro un sogno. Alla ricerca del successo o di qualcosa che possa vagamente assomigliarvi.

PROEMIO.
Un piccolo pianista sognatore su una barca in mezzo al mare. Con lui, un vecchio e malandato pianoforte e tutt’attorno, il sordo canto dei gabbiani.

DANTE.
Weekend a Napoli per una coppia clandestina. Appesi come panni alla luna di una semplice primavera. Problemi risolvibili ma senza la volontà di farlo, nel frattempo pizza e Nastro Azzurro. Lungo i quartieri spagnoli bagnati dalla pioggia complessi di gatti rendono omaggio al neomelodico e alla ragazza della coppia. Saluti alla stazione, promesse per il nuovo anno, marinai contemporanei su treni dismessi. Il sogno di Dante strafatto in un cinema.

MATERASSI.
Un materasso nel mare, al quarto piano di via Fondazza 40 a Bologna, luci basse, libri, morbidi cuscini e un giradischi che sussurra dolci note per la notte. Sali da me.

Credits

Credits
Testi e voci di GIORGIO MICHELE LONGO
Musiche di FEDERICO FRANCIOSI
Arrangiamento e produzione a cura di BAIA ZAIANA

BAIA ZAIANA:
FRANCESCO BRESSAN - Batteria
RICCARDO DALLE VEDOVE - Trombone, Percussioni e Cori
FEDERICO FRANCIOSI - Chitarre, Voci Secondarie, Cori, Synth
GIACOMO GRANDE - Tastiere, Piano e Sintetizzatori
ZENO MERLINI - Sassofono Contralto e Flauto
ROBERTO PANAROTTO - Basso Elettrico

Registrazione Voci e Reamping: SILVIO SPERANZA
Mix e Master: GIOVANNI ROMA, Francesco Bressan, Riccardo Dalle Vedove e Federico Franciosi
Missato e Masterizzato presso lo Studio “ARTE DEI RUMORI” di Napoli

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