TESTO
Bisogna che ne faccia qualcosa di me.
Vediamo un po': cosa posso fare da grande? Ora ho trentasette anni...."andate a lavorare!"... mio zio non è ancor morto... Lui l'ha sempredetto che sono sprecato.
Eh sì, perchè io, potenzialmente... potrei far tutto.
Non so se provare o no. Potrei riiscrivermi all'Università, mi mancanoventicinque esami. Sono stato stupido. Potevo approfittare al tempodegli Unni. Quando si entrava nelle aule, dai professori, col librettoin mano: "Firma, vecchia bagascia!". Gliene abbiamo messa di paura...."Ditemi borghese, ditemi pure borghese non di più". Il termine borghesedi merda per loro era il più leggerino, era come dire che uno non avevapiù vent'anni! E come firmavano: trenta, trenta, trenta... Glieneabbiamo fatta di paura al tempo degli Unni!
Ora Attila è assessore, gli Unni sono un po' sfasciati. E' normale dopo i periodi di splendore, dopo le vittorie.
Come l'impero romano, si sa. Ti metti a suonare la chitarra... è lafine...
Quattro libri sulla decadenza dell'impero romano. Tre righe sullevittorie. Gli storici si divertono più con gli sfaceli. Devono esseretutti della scuola di Francoforte.
L'università non va più bene, è tornato tutto come prima, anzi... tifanno certi mazzi!... E fanno bene. Hanno bisogno di gente preparata per la produzione... e il fine giustifica i mazzi...
Per ora va bene. M'arrangio qua e là, lavoretti saltuari, che se undomani fai lo scrittore li metti nella biografia.
Ce ne ho due più di Henry Miller. Miller non ha fatto il ladro e lecollanine. A noi ci hanno rovinato quelli lì... i Miller e i Kerouac, on the road... on the road... On the road noi! E loro a casa... gattaccineri finti, hanno portato scarogna solo a noi, che siamo ancora qui avendere le collanine. Non posso mica vendere le collanine fino asessantacinque anni! Bisogna che mi dia un limite. Non mi ci vedo:magro, tutto bianco, un po' d'artrosi, ma allegro...Il nonno dei fiori!
No, basta, devo rimettermi a studiare. Diventerò ingegnere, passeròdall'altra parte... coi gatti bianchi. C'è solo da attraversare ilfiume... esito... faccio il salto...
Calma, un momento... Li guardo un po', prima... Non sarò come loro,questo è certo. Li vedo, li vedo. Sempre pronti a rincorrere undirettore nei corridoi, a divincolarsi vicino a lui, parlandogli un po'dal basso, ossequiosi scodinzolano, continuano a corrergli dietro,inciampano, lo raggiungono ancora, sempre più bassi... E poi se loguardano, lo seguono a passettini e annuiscono, viscidi, striscianti,schifosi.
E a casa minestrina al burro, il corriere... Ci vogliono delleminestrine al burro per essere come loro... E la moglie come licapisce!... E i tre figli... ci vogliono tre figli... Scopano, però!...Non mi sembrava... come hanno fatto?... Certo, ci vogliono tre figli... e l'amore, la fedeltà... la loro fedeltà a tutto...
Come hanno fatto?...
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone L'inserimento si trova nell'album Libertà obbligatoria uscito nel 1975 per Carosello Records.
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L'articolo Giorgio Gaber - L'inserimento testo lyric di Giorgio Gaber è apparso su Rockit.it il 2020-05-19 19:09:46
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