Lorenzo Petri e Nicola Zanetti sono la risposta migliore alla musica da cameretta, tutta
chitarre acustiche e tristezza. Non che i due, rispettivamente chitarra elettrica-voce e
batteria, abbiano qualcosa con chi decide di rinchiudersi nella propria stanza e piangere.
Piuttosto, di fronte ad un mondo brulicante superficialità, decidono di affrontare la vita con
quella forza agonistica che sembra iscritta nel loro nome. Gli Sportivi, cioè gente che non
si arrende, ma lotta, suda, impreca, spera. Per inseguire l’esistenza e afferrarne le parti
più intense, all’insegna di una manciata di canzoni rock-blues palpitanti, dove le chitarre
strepitano tutta la rabbia e l’amore possibili e la batteria colpisce la pelle per provare a
capire se c’è ancora qualcosa per cui lottare.
“Black Sheep”, disco d’esordio registrato rigorosamente in analogico, presenta in pieno
stato di forma una band che ha già saputo infiammare il pubblico di tanti club in lungo e
in largo per la Penisola. I brani hanno tanto la soulness rabbiosa di Greg Dulli quanto il
tiro malefico di Jack White, e affiancano quel recupero della radici blues del rock’n’roll
che negli ultimi anni ha riportato il sound dei Settanta al centro dell’attenzione delle grandi
platee d’oltreoceano.
A tutto ciò Gli Sportivi aggiungono testi che ritraggono come nitide fotografie alcune
situazioni-tipo del nostro tempo, fra storie d’amore ridotte a semplici questioni sessuali
ed altre di emarginazione che via via sfociano nel più completo abbandono. Perché per
Gli Sportivi è importante cantare la rabbia, la disillusione, ma anche la voglia di risalire,
confrontarsi con la vita ed impossessarsi del proprio destino. Sono questi difatti gli unici
modi per trovare un antidoto ad “un mondo in cui ci si fa strada a forza di colpi bassi e
tradimenti, dove il furbo riesce ed il giusto soccombe, un rovesciamento dei valori che
fomenta la rabbia. Un mondo dove seguire i propri sogni e desideri diventa una follia. Un
mondo dove lo scopo ultimo della vita non è più quello di costruire un futuro, ma quello di
resistere, di adattarsi e di non sprofondare nello squallore che ci circonda”.
A questo squallore Gli Sportivi reagiscono con un disco di vibrante bellezza.
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