La canzone nasce come colonna sonora di un progetto video-poetico al femminile, regia di Chiara e Irene Trancossi con cui l’artista ha già collaborato in più occasioni, stabilendo quella che Glomarì stessa definisce una “sorellanza artistica”.
Il video, da cui la canzone nasce e al quale si fonde inscindibilmente, è stato ideato durante il primo lockdown in risposta ad un forte bisogno di evasione e si presenta come un viaggio onirico alla scoperta di quel sentimento di “nostalgia dell'ignoto” a cui fa riferimento il titolo, parola tedesca per la quale non esiste un corrispettivo nella lingua italiana. Nel suo complesso, “Fernweh” rappresenta un esperimento riuscitissimo in cui tre differenti artiste fondono la loro visione in un’opera multidisciplinare che si presenta come risposta alla complessa situazione socio-antropologica contemporanea.
La canzone è paragonabile ad uno specchio ridotto in frantumi attraverso il quale l’autrice osserva sé stessa e un mondo nel quale fatica a riconoscersi.
Il testo è un flusso di coscienza in cui l’autrice si interroga sulle sorti delle anime sensibili, quelle che “amano i rifugi insicuri, dove poter ballare male” in un mondo sempre più stereotipato e superficiale, fatto di perfezioni fittizie. Ai desideri di evasione, di danza, di fuga, soddisfacibili grazie al dono dell’immaginazione, si alterna un sentimento di inquietudine e stasi. A tale proposito l’arrangiamento del brano mescola sonorità elettroniche incalzanti con tanto di echeggi alla dance music ad uno stile cantautorale alla francese tra il malinconico e il romantico.
L’autrice ha deciso di associare al video la versione “nuda” del brano (solo chitarra e voce), per rendere ancora più intimo il flusso incrociato di immagini e parole che lo caratterizza
Fernweh
Glomarì
Descrizione
Credits
Autrice e compositrice: Glomarì
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