Oppure è un pezzo che nasce in completa solitudine, in un eterno giovedì. L’ esigenza di scrivere nel caos quotidiano, la ricerca delle parole giuste.
Oppure è prendere coscienza dei propri errori, del proprio dolore, della perdita. Ed anche una supplica, ma sussurrata, al ritorno.
Godot: “ Raggiunsi un luogo a me molto caro, la casa nel senese, che per me ha sempre rappresentato le radici di ciò che sono. Per tre giorni, seduto davanti ad un orizzonte fatto di colline e sogni che avevo infranto, scrissi. Scrissi di amore finito, ma per cui non mi ero mai dato il tempo di metabolizzare e dire davvero "addio". Scrissi delle incertezze, del mio essere perso, del non sapere più chi si è davvero. “
Il brano è scritto interamente da GODOT. e prodotto poi insieme a Simone Pirovano e Lorenzo Caperchi. Gli archi sono della magnifica Daniela Savoldi.
Godot: “ Abbiamo lavorato al pezzo mantenendo inalterato il racconto che il testo porta con sé, ma modificandone la struttura e portando i due ritornelli tutti sul finale del brano. Uno è cantato con poca voce, il secondo è un urlo. In chiusura l'apertura ad una nuova possibilità. “
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