Il primo album di Giovanni Salvagnini, scritto, cantato, autoprodotto e autosuonato tra mille difficoltà di ingenuità e inesperienza dal punto di vista tecnico, alla ricerca di un suono che lasciasse in primo piano la voce e le parole, ma senza disdegnare qualche occasionale abbellimento strumentale. L'album racchiude 15 canzoni scritte tra il 2018 e il'19, per scegliere e ordinare le quali si è scelto il principio della varietà sia argomentativa che musicale: non si tratta quindi di un "concept album", ma di un lavoro percorso da una linea coerente di ricerca testuale che spazia dalle canzoni d'amore alla riflessione metafisica ("Il risorgimento") e al senso di incomprensione ("Venticinque Aprile") fino ad arrivare al malcontento personale ("Signor Professore"), sempre tentando di offrire punti di vista inediti e immagini efficaci. L'ingresso "al mio concerto" si dichiara già in partenza vietato, e in duplice direzione: sia agli ascoltatori, a causa di tutte le difficoltà che stanno dietro all’esibizione pubblica dei propri pensieri e sentimenti, all’esporre qualcosa in cui si crede davanti a un uditorio estraneo (e soprattutto ormai così lontano da questo genere musical-letterario), sia al contenuto stesso del concerto nell’impenetrabile mondo chiuso della musica attuale, in cui sarebbe impensabile - e per questo è qui capovolta - quell’immagine di “Ingresso libero” che negli anni Settanta veniva scelta per il primo disco di Rino Gaetano.
Vietato l'ingresso (ai non addetti ai lavori)
Giovanni Salvagnini
Descrizione
Credits
Testi, musiche, strumenti, arrangiamenti: Giovanni Salvagnini
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