TESTO
Da quale sogno, quale anfratto sei venuta via? Le tue parole incise sulla vita mia
Ero venuto al mondo solo per ascoltare, ma tu non hai mai avuto voglia di parlare
Ogni colore perso dentro un cielo terso, costellazione esplosa al centro di un universo
E io perdevo tutto, ogni cosa non scritta, chiuso nell’altro buio della tua soffitta
Chiuso nell’antro buio della tua sconfitta
Ma io ricordo la vita, so che te la rubavo, anidride del cuore quello che respiravo
Ora è ossigeno forse, ma il respiro è affannato, se nascondi paure che ti hanno già spaventato
Se nascondi la faccia, la tua storia e il tuo nome, se sai dove devi andare, ma non sai dire come
E poi abbassi la testa per la gente che picchia, la tua vita che mangi in questa piccola nicchia
Le tue parole sommesse tutte belle intenzioni, ma per cantarmi le cose incolli le citazioni
E però il senso di un diario sta nelle cose tue, diario, caro diario, stiamo insieme noi due
Accarezza la mia copertina di pelle, i suoi solchi porosi come minuscole celle
E tieni il segno col dito del discorso che fai, per non perdere il filo, per non perdermi mai
So che hai paura lo sento, questa è quell’età dove sei bimba, sei donna, dove sei donna a metà
Però ogni sera aspetto che tu mi chiuda, e poi dal mio scaffale io ti sbircio nuda
Nuda, nuda, nuda
E di questa parola neanche ho più paura, perché ti vedo più grande senza l’armatura
A briglie sciolte galoppa il tuo cavallo solo come un cigno nero che allunga il collo in volo
E liberi il profumo che da la vita sconosciuta, così sicura di te, affascinante e muta
Per un momento grande senza debolezze, senza quei sassi che mangiano le promesse
Ed è ancora più poesia da queste rime cattive se le racconti solo a te stessa e alle mie pagine vive
Che son pagine preziose, non le puoi strappare e quando fai un errore non puoi cancellare
Perché io assorbo tutto, ogni goccia di pianto, perché io ricordo tutto e lo trasformo in un canto
Dammi una lunga ballata scritta solo per te, senza sapere se è bella o se bella non è
Dammi i colori di un quadro ma dipinto per me, senza sapere se è bello e se è bello perché
Sono un diario di carne, la mia memoria è lunga, e il mio canto un richiamo perché tu mi raggiunga
Un richiamo, un pensiero perché tu parta, nell’attesa ti lascio in dono un mio fratello di carta
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CREDITS
Testo e musica: Giovanni Salvagnini
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone Caro Diario si trova nell'album Vietato l'ingresso (ai non addetti ai lavori) uscito nel 2020.
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L'articolo Giovanni Salvagnini - Caro Diario testo lyric di Giovanni Salvagnini è apparso su Rockit.it il 2020-12-14 16:06:19
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