Porteremo gli stessi panni

Porteremo gli stessi panni

Guignol

2018 - Cantautoriale, Rock, Blues

Descrizione

GUIGNOL
“PORTEREMO GLI STESSI PANNI”
(Atelier Sonique)

Data di uscita: 23 febbraio 2018

A soli due anni dal precedente “Abile Labile”, tornano i Guignol sull'onda della fervida ispirazione di Pierfrancesco Adduce con un nuovo disco intitolato “Porteremo gli stessi panni”, titolo tratto da una poesia del poeta e grande attivista politico lucano Rocco Scotellaro.
Proprio da Scotellaro e da una vicenda biografica di Pierfrancesco nascono queste nove ballate atipiche e ancheggianti, che spostano il suono della band milanese dai nervosismi elettrici del predecessore ad una visione sonora all'insegna del folk popolare italico e americano, una frontiera densa di tastiere liquide e acidule, hammond e organi fantasmatici, chitarre legnose e bassi massicciamente sinuosi, ma pure slide, pianoforti sghembi, armoniche e tamburi battenti ritmi originari.

Queste scelte sonore – dovute ancora una volta alla collaborazione con il produttore Giovanni Calella (Adam Carpet, Georgeanna Kalweit and the Spokes, Alessandro Grazian) – scontornano una scrittura di puro storytelling che brano dopo brano costruisce una sorta di romanzo popolare sullo sradicamento, la speranza e la perdita di sé e delle ragioni del proprio essere o essere stati, in un passato ancestrale e mitologico e in un presente accelerato e ipertecnologico sempre più spersonalizzante.

“I primi brani di questo disco – racconta Pier Adduce – li ho scritti velocemente dopo un confronto duro e animato con mio padre, a casa sua, in una fredda e umidissima serata in campagna, nella Basilicata. Da quel diverbio infarcito di imprecazioni, accuse e scuse, aneddoti e rievocazioni che mi parevano persistere dai tempi dell’infanzia, sono scaturiti i 'demoni' che da tempo chiedevano di avere un loro spazio: un piccolo posto d’onore finalmente, con me, a tavola, e sulla carta che mi accingevo a scarabocchiare rapidamente”.

La lettura di Scotellaro – di cui sono state musicale due poesie in apertura e chiusura del disco (“Padre mio” e “Pozzanghera Nera 18 aprile”) – ha fatto poi il resto, lasciando libera di sfogarsi “una piccola epica personale” che travalica l'autobiografia per andare a cercare un significato in un mondo passato, forse troppo rapidamente, dalla terra polverosa e violenta della provincia rurale al silicio dell'intelligenza sempre più artificiale.

In mezzo un filo rosso sangue (quello dei padri e dei figli, delle madri e dei fratelli) di canzoni sulla memoria, l’identità linguistica, il legame coi luoghi, l'evocazione attraverso i sensi, la bestemmia “come pratica lenitiva di chi può contare solo su di sé”: l'identità di ognuno che sfuma e che viene ricercata, anzi rivendicata per un sentore arcaico ben distante da ogni sciovinismo e mitizzazione.

“Porteremo gli stessi panni” è un disco che racconta di matrimoni per convenzione (“Diversi e opposti”), padri emotivamente aridi (“6 fratelli”), indiani metropolitani e donne dimesse (“Come Maria Vergine”) ragazzi di periferia (“L'orizzonte stretto”) e eroina (“1979”). Le canzoni devono molto alla lettura di Luciano Bianciardi (a cui è dedicata “La promessa”), di Carlo Levi e Danilo Dolci “e i miei sempre cari Enzo Jannacci e Giorgio Gaber per parlare di Milano, senza dimenticare i grandi narratori del nostro 'blues' mediterrano più dissacrante, vernacolare e profondo come Matteo Salvatore e altri ancora”.

Con un songwriting spesso di stampo neorealista e una band ancora una volta rinnovata – le new entry sono Antonio Marinelli “il Coda” alle chitarre elettriche e Michele Canali alla batteria (ma nel disco dietro le pelli c'è Dario Marchetti) accanto al bassista Paolo Libutti – i Guignol dopo quasi un ventennio di musica e canzoni rilasciano il loro disco più poetico e cantautorale. Un lavoro che ha messo le proprie radici fra le costole di chi scrive per allungare i propri rami sino alle altezze dei grattacieli e intercettare nell'aria digitale del presente gli scampoli di umanità – disgregata, disperata e rabbiosa, ma sempre vitale e non disposta ad arrendersi – di chi ha mantenuto lo spirito ribelle, come scriveva Scotellaro, della “turba dei pezzenti, / quelli che strappano ai padroni / le maschere coi denti.”

Crediti
Pier Adduce – voce, testi, chitarre acustiche ed elettriche, armonica, slide
Paolo Libutti – basso
Antonio Marinelli “il Coda” - chitarre elettriche
Michele Canali – batteria.

Prodotto, mixato e masterizzato da Giovanni Calella, tra il settembre e il novembre 2017, presso la sala prove "Strane Officine", in Via De Marchi 10, Milano, e il "Diabolicus Studio" di Milano, Via Watt 5.
Produzione esecutiva di Guignol e Atelier Sonique.
Le batterie presenti in tutti i brani sono state suonate da Dario Marchetti.

Le foto della cover, e quelle all'interno del booklet, sono di Luca Swanz Andriolo, Francesca Tresoldi e Pier Adduce.
Progetto grafico a cura di Morris Ferrè.

L'utilizzo dei testi dei brani "Pozzanghera Nera il 18 Aprile" e "Padre mio" ( editi da Mondadori Editore), appartenenti al poeta e attivista politico lucano Rocco Scotellaro ( 1923-1953), è stato gentilmente autorizzato dal nipote del suddetto, il Sig. Rocco Vincenzo Scotellaro, a cui va il nostro ringraziamento.

Questo disco è dedicato anche alla memoria di Giulio Sagone, amico fraterno e bassista dei Guignol dal 2006 al 2013, scomparso prematuramente l’ottobre scorso.

Link
guignol.it
facebook.com/bandguignol

Contatti
Macramè – Trame comunicative
info@macrameufficiostampa.it

Luca Barachetti
luca@macrameufficiostampa.it
349.6106668

Elisa Stucchi
elisa@macrameufficiostampa.it
347.3412069

Credits

Prodotto, mixato e masterizzato da Giovanni Calella, tra il settembre e il novembre 2017, presso la sala prove "Strane Officine", in Via De Marchi 10, Milano, e il "Diabolicus Studio" di Milano, Via Watt 5. Produzione esecutiva di Guignol e Atelier Sonique.
Le batterie presenti in tutti i brani sono state suonate da Dario Marchetti.

Le foto della cover, e quelle all'interno del booklet, sono di Luca Swanz Andriolo, Francesca Tresoldi, Gloriana Penta, Silvia Beck e Pier Adduce.
Progetto grafico a cura di Morris Ferrè.

Si ringraziano inoltre: Macramè Trame Comunicative, Luca Barachetti, Fabio Bonfante di Atelier Sonique, Francesca Tresoldi, Morris Ferrè, Fabio Merlo, Francesca Musnicki, Luca Swanz Andriolo, Susanna Buffa, Domenico Adduce, Vittoria Dattoli, Antonio Marinelli "il Coda", Michele Canali, Barbara Calzavara "Babi", Federico e Riccardo dello Spazio Ligera, Gloriana Penta, Guido Rolando Giubbonski, Federico Guglielmi, Fabio Gallarati.

*L'utilizzo dei testi dei brani "Pozzanghera Nera il 18 Aprile" e "Padre mio" ( editi da Mondadori Editore), appartenenti al poeta e attivista politico lucano Rocco Scotellaro ( 1923-1953), è stato gentilmente autorizzato dal nipote del suddetto, il Sig. Rocco Vincenzo Scotellaro, a cui va il nostro ringraziamento.

A Giulio Sagone.

GUIGNOL
Pier Adduce - testi, voce, chitarre, armonica, slide
Paolo Libutti - basso
Antonio Marinelli - chitarra elettrica
Michele Canali - batteria

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