Il titolo del disco gioca su due significati associati alla stessa parola: in ambito automobilistico rappresenta una manovra atta a scaldare le gomme ad inizio gara per avere più aderenza sul terreno durante la corsa. In ambito psicologico rappresenta invece quella patologia derivata da un forte stress dovuto in particolar modo ad un aumento delle richieste lavorative eccessive, creando in questo modo un calo di interesse ed impegno (ma anche di salute mentale e fisica).
Gli Hot Cherry reinterpretano questi due significati per creare il filo conduttore che attraversa tutto l’album dall’inizio alla fine. Ovvero correre fino ad esaurirsi, in una gara spesso senza regole, contro tutto e tutti dove il traguardo viene ripetutamente spostato rendendo la competizione spietata ed infinita.
Con quest’idea, creano per Burnout una raccolta di canzoni che parlano di argomenti molto presenti nella realtà quotidiana, dandogli il loro personale e rumoroso tocco: dalla malpolitica all’ambiente, dalle insicurezze quotidiane all’underground musicale, dall’universo ad una cover rivisitatata di Ben Harper e non solo. Troviamo quindi punti di vista diversi in ambiti differenti collegati al tema principale dell’album per rendere ancor più completo il quadro della situazione che attualmente è intorno a tutti noi.
Ecco cosa commenta la band: “Burnout comunque non è solo sterile critica: è un album che cerca nonostante tutto di invogliare l’ascoltatore a ballare, a sorridere, a riflettere con leggerezza. Burnout si rivolge a chi vuole costruire qualcosa di positivo sopra le ceneri di ciò che è crollato, cercando di creare qualcosa di migliore. Burnout è la colonna sonora che ti accompagna nei momenti in cui credi fermamente in qualcosa di buono e fai di tutto per realizzarlo. Ma soprattutto Burnout, rappresenta il nostro personale invito a tutti coloro che ascoltano (ed ascolteranno) la nostra musica a non arrendersi mai di fronte a nulla, rialzandosi anche quando tutto il mondo sembra crollarvi addosso”.
Burnout
Hot cherry
Descrizione
Credits
Prodotto, mixato e masterizzato presso il RedWall Recording Studio
Photo by Davide Cancila
Artwork by Alex Design
Produzione video by Mattia Mariani
Nel disco hanno suonato:
Jacopo Mascagni – voce
Stefano Morandini – batteria
Kenny Carbonetto – basso
Nik Capitini – chitarre
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