Il Baskerville ha tante anime: giocose, torturate, meditative, la lista è lunga e resta aperta. Con La Rivoluzione e Statistiche ce ne consegna due, la melanconica e l’ossessiva. Sotto un velo che può evocare la freschezza del primo Bersani, per l’agilità e l’ironia, Statistiche (accompagnata dalla voce di Elisabetta Previati) ci proietta nel mondo elettropop di un freak del calcolo la cui sola via di fuga è l’irrompere nel ritornello di un partner amoroso. Un sospiro di sollievo momentaneo che proietta il Baskerville e l’ascoltatore verso lidi più scanzonati, in cui il calcolo sparisce, in cui si finisce – come dice il colpo di coda finale – per non contare più niente. Ne La Rivoluzione scopriamo invece un Baskerville più morbido, un po’ alla Diodato, meno agitato nei suoni e nelle parole di questo canto agrodolce all’occasione mancata. E la resa di fronte alla storia d’amore non vissuta è subito resa di fronte alla rivoluzione, esterna o interiore che sia. Eppure scintilla il Baskerville, brilla come una costellazione di quell’universo da cui ci dice sparire. E la sua luce cattura gli occhi, le orecchie e il cuore. (note a cura di Abel Mololopo)
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