Il castello delle uova / CD
Appunti sonori per una cosmogonia caotica
"Ecco allora emergere un paesaggio jazzato, capace di essere tenue swing piano-basso-tromba o di aprire ad assalti di chitarra freeform. Una fusion mai eccessiva, ma elegante, stralunata, ricca di groove. Spesso vicina al sound dei romani Fonderia, ma - come nel caso del testo - anche qui perdersi nel labirinto dei rimandi/citazioni è gustoso e di dovere. Si potrebbe allora dire che più volte vengono in mente i Nocenzi di "Darwin!", i Pierrot Lunaire, i Picchio dal pozzo, o che la chitarra di Li Causi sarebbe tanto piaciuta al Paolo Tofani dei tempi che furono. Meglio però lasciare al lettore tutto il piacere di esplorare gli anfratti di quest'opera/rete dai mille livelli, assieme profonda e giocosa, inaudita, futurista, retrò. In una parola, straordinaria" (M. Sgrignoli, Ondarock).