L’album La Rivolta del Perdente nasce dall’esigenza di esprimere a voce alta un sentimento, un pensiero nascosto che di questi tempi, in una società che chiede, anzi, esige la perfezione, tendiamo a sopprimere.
Il pensiero in questione è la paura di mostrare la propria umanità che potrebbe portare ad una serie di disagi tra cui il sentirsi inadeguati, sbagliati ed emarginati, quindi, in sostanza, sentirsi dei perdenti.
Parliamo di persone che convivono ogni giorno con il pensiero di valere poco e niente per la società ma che se ne fottono continuando questa guerra per affermare quotidianamente la propria realtà fatta di errori, grosse fatiche e piccole gioie.
Charlie, ad esempio, parla proprio di questo conflitto tra “il torto e la ragione”, questa continua ricerca della verità controvento e contro il pensiero comune che troviamo anche nel testo di Pace: “il pensiero comune è il pensiero facile. Pensa diverso, pensa difficile”. Quest’ultima é una regola, un coro, un inno che già è proposto in parte con Allora suona tu, dove la lotta si focalizza principalmente contro l’omologazione che sta avendo la musica italiana per colpa di chi impone un certo tipo di genere e di contenuti che per lo più risultano banali e disimpegnati e che portano quindi ad un annullamento inesorabile della propria identità musicale.
Tutta questa lotta è mossa da un sentimento fondamentale. La speranza, che più e più volte viene ripetuta nei brani del disco “però rimane la speranza che ci tiene ancora in piedi…” (La Rivolta del Perdente) e ancora “saprai che la speranza non ti lascerà solo…” (Che sia la fine). Questo perché la libertà di parola e di pensiero si alimenta solamente con la speranza che qualcuno instauri un dialogo con te e che possa accogliere ciò che sei senza ignorarti, senza per forza creare un conflitto anche se di idee differenti.
Tutte le tracce dell’album, possono essere considerate come inno di incoraggiamento a riscoprire ed infine riaffermare l’identità di ogni singolo individuo attraverso la convinzione di essere perfettamente adeguati al mondo circostante nonostante i propri limiti.
Questo disco ha anche un tono molto intimo, parla perlopiù di esperienze personali che hanno cambiato
profondamente il nostro pensiero vedi ad esempio "Nagaraya" che parla di una ricerca della libertà più assoluta nella natura selvaggia, o "Viviamo per non morire mai più" che si interroga profondamente sul senso
della vita e della morte.
In sintesi La Rivolta del Perdente può essere tradotto in la "ricerca della verità" che finirà solo abbattendo i muri
dell’egocentrismo, dell’individualismo e del perbenismo ipocrita.
La rivolta del perdente
Il Gigante
Descrizione
Credits
Prodotto da: Jap Records e Enrico Zoi
Registrato presso: Blue Dot Productions (Enrico Zoi)
Mixato presso: The Garage Studio (Marco Romanelli) e Enrico Zoi
Production Manager Andrea Spigarelli
Masterizzato presso: La Maestà (Giovanni Versari)
Grafica: Daniele Benincasa
L GIGANTE:
Voce: Daniele Benincasa
Chitarra: Simone Giacomucci
Basso: Samuele Settimi
Chitarra: Marco Mariotti
Batteria: Giacomo Ciancaleoni
DATA USCITA:
15/01/2019
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