Descrizione

Questo disco parla dell’affrontare le proprie paure, quelle che ad un certo punto nella vita vengo a galla e non posso più essere nascoste "sotto il tappeto". Da qui il titolo dell'album UNDER THE RUG che viene dall'espressione inglese SWEEP UNDER THE RUG, nascondere sotto il tappeto qualcosa che non vogliamo mostrare e che di solito ci crea imbarazzo.

L'album è una collezione di 9 storie e suoni a volte anche molto diversi tra loro. Ci sono diversi narratori e personaggi che cantano raccontando di volta in volta una parte di noi.
Il filo comune di queste voci narranti è la paura nelle sue molte sfumature.
Più di tutte la paura di perdersi, perdere la propria identità nelle infinite complicazioni della vita al giorno d'oggi. Ma anche la paura d' invecchiare (Too Old), di essere esclusi e sentirsi diversi (Not That Girl), la paura di perdere qualcuno, quella di sentirsi impotenti e la paura di mostrarsi ed esprimersi per quello che si è.
Affrontando questo tema è emersa come conseguenza un'urgenza risolutiva: quella di tornare alla semplicità delle cose per ritrovarci e ricordarci chi siamo veramente dietro la maschera che indossiamo tutti i giorni per "uscire nel mondo e incontrare gli altri" (Happy Face). Non a caso il disco si apre nella prima canzone "No Drugs" con l'affermazione: I never could keep it simple...e si conclude con il pensiero: get back to the simplicity of you and me.
Anche il sound del disco esprime una sua evoluzione, si apre con tinte piu dark per e si chiude con un’atmosfera piu leggera e positiva, quasi a rispecchiare la riflessione e il percorso interiore che si compie attraverso i pezzi.

Il concept di ‘Under The Rug’ si ritrova anche nell’artwork della copertina: realizzato da Studio Othertypes, è un collage di differenti oggetti, colori, idee, un patchwork di immagini che, combinate tra loro, diventano qualcosa di nuovo. La paura, qui rappresentata dal nero, viene sconfitta con la sovrapposizione di immagini ed oggetti colorati, simboli astratti delle canzoni che, uno dopo l’altro, accompagnano il sound del disco, dal cupo iniziale, alla leggerezza degli ultimi brani.

Credits

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