Lucia Gatto, 24 anni, scrive canzoni (o meglio, "canzoncine", come le chiama lei) con il moniker di Acqua Distillata. Canta con una voce soffusa melodie delicate, accompagnandosi alla chitarra, o all’ukulele. Tutti la chiamano "Lu"; ha studiato canto jazz al Conservatorio di Castelfranco Veneto (TV) e attualmente studia musicologia e teatro al Dams di Bologna.
Non scrive da tanto, eppure ha pubblicato già due ep, Cerotti e Gocce, entrambi arrangiati con il gusto di Rareș ("grazie al quale le sue canzoni si sono colorate e riempite di emozioni", dice), e prodotte e mixate da Novecento.
Due nomi – quello del cantautore italo-rumeno e quello del producer del progetto Økra – che provengono dalla nebbia e la provincia veneta, dove tutti vivono e che li fa incontrare: lei, nata a Conegliano (città in provincia di Treviso), vive la sua infanzia e adolescenza in un piccolo paese di campagna di nome Roverbasso. "Un posto minuscolo, ma che ti consente di essere dappertutto in poco tempo", commenta.
L’incontro con Rareş è stato del tutto casuale: "Eravamo a una festa di compleanno di una nostra amica in comune. Ricordo che mi colpì la sua camminata mega spavalda", sorride. Tobia Della Puppa (Novecento, produttore del progetto Økra) invece, l’ha conosciuto tramite Rareş una sera dell’inverno 2019 a Bologna. "Sono persone a cui voglio un bene dell’anima. Provo una grande ammirazione e rispetto per entrambi, sono artisti incredibili. Mi hanno presa per mano, mi hanno insegnato tanto e gli devo molto", dice Lu.
"Gli artisti della zona mi ispirano", continua la cantautrice. "Insieme si chiacchiera di musica, di tutto, e si ascoltano canzoni. È stimolante e istruttivo vedere il percorso di ricerca del sound e maturazione delle idee degli altri: confrontarsi e darsi una mano è fondamentale, ti fa stare bene".
Ancora meglio, ti fa stare la musica: "Ascolto di tutto e in realtà vado molto a periodi. Sono passata dalle ballate jazz più malinconiche all’underground un filo più punk", dice, "sono molto affezionata a due artisti in particolare, Luigi Tenco e Billie Holiday. Ma sono in costante ricerca di nuovi stimoli musicali. Sicuramente devo molto a musicisti come Justin Vernon dei Bon Iver, Nick Drake, Keaton Henson, Elena Tonra, Tre Allegri Ragazzi Morti, Andrea Laszlo De Simone. Poi, sicuramente, tra una decina di minuti me ne verranno in mente altri cento, ma pazienza", sorride.
Il nome d’arte Acqua Distillata è nato un po’ per caso, durante il periodo del liceo: "Quando è nato il progetto ho deciso di tenerlo con me, un po’ perché mi c’ero affezionata, un po’ perché ci trovo delle analogie con il mio modo di vivere. L’acqua è un elemento semplicissimo, prezioso, puro, che utilizziamo quotidianamente. Per stare meglio, per riprendere fiato, per fermarti un secondo dalla vita, spesso bevi un bicchiere d’acqua. È un modo semplice per mandare giù i magoni incastrati in gola, per lavare via le cose", spiega la cantautrice.
Oltre al progetto Acqua Distillata, Lucia collabora anche con "un musicista spaziale", dice. Si chiama Lorenzo Tonon, e insieme sono dal 2015 i Luelo. Duo folk e indie-pop che si dedica principalmente al riarrangiamento di brani già editi. Voce, ukulele and kazoo di Lucia; piano e chitarra, Lorenzo. Ma anche un po' tutto quanto tutti quanti
"Per quanto riguarda le mie cose, per ora mi prendo un altro letargo e poi si vedrà", dice la ragazza a proposito del futuro, oggi che all’attivo ha due ep: Gocce e Cerotti, che entrambi "hanno in comune la pancia", commenta. Nel senso che entrambi i lavori sono stati un periodo "crisalide", magari pre o post, continua: "Ma li considero lavori spontanei, di riflessione".
"Entrambi i due 'dischetti' sono stati presi per mano da Rareş. È lui che si è occupato della produzione e che ha cucito addosso alle canzoni degli abiti adatti a loro". Insieme anche a Novecento e suo fratello Marcello (entrambi del progetto Økra), che si è occupato di dare una veste grafica a entrambi gli ep: "Li abbiamo costruiti insieme, lavorando in casa o a distanza, mettendoci tanto cuore", commenta Lu.
Che se dovesse immaginarseli visivamente, i suoi "dischetti", Cerotti sarebbe una cameretta. "Penso sia leggero, breve anche per via delle canzoni stesse. Atmosfere sospese, arrangiamenti semplici e puri", dice. Se penso a Gocce, invece, le viene in mente un giro in bici, all’aria aperta: "È molto più elettronico, mescolato sempre alla leggerezza, abitato da voci, chitarre e nostalgia".
Gocce, l’ultimo ep, è una raccolta di pensieri appartenenti allo scorso inverno passato completamente in letargo: "Metaforicamente sono delle canzoni legate al mare", spiega, "Raccoglie dei messaggi imbottigliati affidati alle onde, non sapendo se arriveranno effettivamente al dirett* interessat*".
Il titolo scelto si riferisce al modo più diretto (almeno per lei) per espellere ed esprimere il dolore: il pianto. "Gocce mi fa pensare anche al detto: 'Goccia che fa traboccare il vaso', nel senso che le cose che racconto sono tutte piccole gocce di un vaso, di un mare che sono stati i mesi della mia vita".
Cerotti, il primo lavoro uscito nel 2020 con il nome di Acqua Distillata, è un ep di flashback, brevi e fugaci: "Sono affascinata dalle piccole cose che possono curare una ferita, o una mancanza. Quando siamo piccoli è sufficiente un bacino o un cerottino per far evaporare il dolore. Io l’ho fatto con delle canzoncine piccole piccole", spiega.
E conclude: "La mia musica è come la mia vista: miope e astigmatica, in poche parole sfocata. Ogni brano raccoglie un segreto della mia vita e della mia personalità, quindi ascoltando tutto hai un quadro (pur sempre annebbiato) di come sono": una giovane cantautrice per la quale la musica è tutto, e si sente.
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L'articolo Acqua Distillata per lavare le ferite di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-09-10 18:00:00
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