Si chiama Terra Amara perché l'area del Vulture (PZ) dove nasce il progetto è una terra splendida, ma attanagliata da mille problemi che colpiscono tutte le zone interne del nostro Paese, quelle che Capossela definisce "terre dell'osso". Dalle mie parti se la vita o, appunto, la terra è dura probabilmente si dirà che jè amar'.
Con queste parole Davide Brienza ci introduce alla scoperta di un'associazione culturale, che dal 2018 si occupa di aggregazione giovanile tra Rionero in Vulture (PZ), Mottola (TA) e Milano. Si chiama Terra Amara ed è un treno che attraversa tutta l'Italia, con lo scopo di creare un ponte fra le città (dove si vive il vero fermento culturale) e le realtà interne (che forniscono cuori e braccia aperte alle aree urbane). Attraverso le persone, la cultura, la musica.
"Con Terra Amara vogliamo contribuire negli anni a 'un esodo al contrario', dalle città alle province. Alcune aziende locali ci danno una grossa mano a creare questa rete viva", dice Davide a proposito dell'attività organizzate in Vulture e a Mottola. Quanto a Milano, invece: "Vorremmo dare voce a tutte quelle realtà che hanno una storia da raccontare, possibilmente lontano dalle collaborazioni con i brand e quelle 'dinamiche plasticose' che vanno di moda oggi. Troviamo un posticino, lo agghindiamo per bene e invitiamo gli artisti a sentirsi a casa. Live music, talk, piccole mostre: è il nostro pane quotidiano, la nostra piccola rivoluzione", spiega.
Davide, lucano di Rionero in Vulture (ma in cattività a Milano dal 2016) ha 24 anni ed è il presidente dell'associazione, ma è anche "quello che monta i palchi se siamo in ritardo sui tempi. Diciamo più tuttofare che presidente o direttore artistico, ecco", commenta. Piuttosto preferisce definirsi: "Musicante e operaio culturale". Ha un suo progetto musicale con il quale suona in giro per l’Italia e organizza piccoli eventi da indipendente, ma ha avuto il piacere di lavorare a produzioni più grandi che gli sono servite molto: "Ah, se volessi sapere dove trovare in giro la mia musica ti direi che c’è molto poco, giusto qualche live session vecchiotta su YouTube. La musica per me è un’esigenza comunicativa che non vorrei legare alle logiche attuali di mercato, ma sto ancora cercando una chiave", spiega.
Un discorso che la dice lunga anche sull'anima di Terra Amara, nata da un'idea di Davide, dopo una lunga telefonata col padre. Era l'estate del 2018: "Gli avevo inviato un brano su cui stavo lavorando da un po', che si intitola, appunto, Terra Amara", ricorda. Il brano racconta l’incessante sensazione di instabilità del "terrone emigrato", che non si sente a casa nel posto dove vive e nemmeno più nel posto dove è nato: "Ho scoperto che è una cosa comune per molti – commenta – mio padre è una figura fondamentale nel mio percorso. Mi ha insegnato a suonare, anche lui organizzava concertini nella nostra zona, e mi ha messo in testa che potevamo provare a dare una smossa al panorama culturale locale, purtroppo un po' assopito".
Così nasce Terra Amara: "Siamo partiti in cinque, ora siamo un gruppo di circa trenta persone sparse per l’Italia", dice il ragazzo. Tanti volontari che lavorano alle nostre produzioni, con un direttivo nazionale che coordina le sedi di Rionero in Vulture (PZ), Mottola (TA) e Milano. E un paio di ragazze anche in Inghilterra e Stati Uniti: "Ma sono sicuro che ad agosto per il nostro quinto compleanno saranno al Sud con noi", si augura Davide.
Le personalità che partecipano al progetto sono diverse: da Rossana De Pace, cantautrice e vice-presidente dell'associazione, a Francesco Giura, chef lucano che si occupa degli eventi enogastronomici organizzati dall'associazione a Rachele Leccadito, "il nostro carro armato – dice Brienza –, lavora nel mondo del cinema e si occupa dei nostri allestimenti". Poi, Mattia Pisauro, artista visivo e illustratore; Paolo Scotti, milanese, colui che riesce a montare un live set per un concerto in qualsiasi situazione; ci sono Nico, Gabriele, Mariagiada, Alessandro: "Siamo tanti, sarebbe impossibile ringraziarli tutti come vorrei fare. Tutte persone che amo, fondamentali per il progetto".
Una Terra anche e soprattutto Umana, dunque, che in cinque anni di lavoro ha dissodato un terreno arido, fino a renderlo fertile e sempre più disposto a ricevere e generare cultura: "Con il tempo abbiamo conosciuto realtà e persone fantastiche – afferma Davide – e abbiamo messo in contatto tanti artisti e artiste differenti". Ad esempio, la già citata Rossana de Pace, cantautrice pugliese (di Mottola, uno dei poli dell'attività dell'associazione) con Francesco Morrone, cantautore calabrese: "Assieme hanno collaborato all’uscita del singolo Le Mani, e a sua volta Francesco è stato nostro ospite per un evento fatto sul Monte Vulture", ricorda Davide.
Terra Amara con il maestro Eugenio Bennato; ha ospitato durante i suoi eventi O’ Zulù dei 99Posse, Bassi Maestro, Andrea Biagioni, Marianne Mirage e tanti altri artisti. Organizza con Ostello Bello nella sua sede di Via Medici a Milano, IndipendenteMente, un format che verte sul tema del pensiero indipendente nel mondo della cultura con un talk e showcase assieme a Doctor Feelgood di Virgin Radio. Con Andrea Rock ha partecipato alla Milano Music Week lo scorso novembre all’HUG di Milano in zona NoLo.
Non si è fermata nemmeno durante il lockdown: "Nel periodo più blindato abbiamo lavorato a dei live in streaming negli spazi del Bachelite CLab di Milano, dove abbiamo invitato, tra gli altri, Angelina Mango, anche lei lucana. Abbiamo lavorato a dicembre 2020, quando tutta l’Italia era tornata in zona rossa. Per consegnare i pranzi di Natale alle persone meno abbienti dei nostri comuni qui a Rionero e a Barile. Anche quello è stato un evento, una spinta a esserci sempre, ovunque e in qualsiasi modo", commenta Davide.
Con i suoi mille eventi organizzati da Sud a Nord, Terra Amara ha movimentato e nutrito luoghi tutt'altro che poveri dal punto di vista culturale, ma che nel nostro Paese non sono valorizzati: "L’area del Vulture ha una storia lunga e particolare che spesso la dimentichiamo", rimarca Davide. Ce la facciamo raccontare: "A Rionero è nato il movimento del bringantaggio, per me 'la prima resistenza nel nostro Paese'; a Melfi sono state scritte le Costituzioni di Melfi da Federico II, e nella città c’è una cattedrale stupenda".
"A Barile Pasolini ha lavorato a Il Vangelo secondo Matteo nel ’64; a Maschito nel ’44 è nata la prima Repubblica Partigiana del Sud Italia: è durata venti giorni, ma ci abbiamo provato. Ci sono Venosa (la città di Orazio) e Matera (che fortunatamente ormai conoscono in tanti), oltre che Aliano (dove Carlo Levi ci ha regalato uno dei capolavori della nostra letteratura moderna)", riferisce Davide.
Quanto alla musica, oltre Mango, Antonio Infantino e i Tarantolati di Tricarico o Arisa, sono tante le realtà emergenti che fioriscono in Basilicata: Michelangelo Vood, che vive a Milano da qualche anno e che ha pubblicato un bel disco, Rio Nero; i Vergine Music di Venosa, che dalle Marche lanciano il loro electro-pop; i Leuna di Ripacandida, che ora vivono a Bologna; Gianni Basilio di Oppido Lucano: "L’ultimo vero rocker nostrano che lavora molto sul territorio", secondo Davide. Che segnala il Vulcanica live Festival, grande realtà lucana per la musica dal vivo che ha ospitato Giorgio Canali, Afterhours, Capossela, Bollani e tanti altri.
Mottola e il suo territorio, anche, pullula di cultura e iniziative culturali, trainate dall'associazione Labum o il Mercato Nuovo di Taranto. "A fine dicembre contro ogni pronostico con Terra Amara abbiamo organizzato un evento lì con le mostre di Luigi Notarnicola e Carmine Chiarelli. Doveva esserci con noi anche una cantautrice del posto, Vienna, che si è beccata il Covid e non è riuscita ad esserci", ricorda Davide. Che continua: "Conosco anche Melga, un’altra cantautrice di un paesino limitrofo a Mottola. Le stiamo tenendo già in considerazione per i nostri prossimi eventi estivi in terra pugliese", dice.
Insomma, il concime c’è, ma la Terra è Amara: "Partiamo in tanti e torniamo in pochi, ma ci diamo da fare. Il problema principale, soprattutto in Basilicata, al Sud come altrove, è che non ci sono strutture che diano spazio alla musica dal vivo e ai piccoli movimenti culturali locali. Noi ce la mettiamo tutta, e dopo cinque anni di duro lavoro non dico che iniziamo a tirare le somme, ma cominciamo a guardarci indietro e a vedere belle cose da proiettare nel futuro", afferma il presidente dell'associazione. Nella speranza di poter esprimere tutto il potenziale di Terra Amara, fare tanti eventi, incontrare gente, abbracciarsi di nuovo e aprire altre piccole sedi in giro per l’Italia. "Ora stiamo iniziando a lavorare agli eventi estivi per il nostro quinto compleanno", anticipa Davide, e ci saluta così: "Se tutto va bene tocca che veniate a trovarci. Il vino è buono e lo vendiamo per poco, la musica nemmeno ve lo dico!".
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L'articolo Amare una Terra Amara di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-02-15 14:00:00
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