Abbiamo conosciuto The André l'anno scorso, quando era un meme vivente e un idolo dei social per aver cantato i testi della trap italiana sulle melodie tipiche dei dischi di Fabrizio De André, con la voce identica a Faber (e ha suonato solo per noi Sei la mia città di Cosmo). Un progetto, il suo, che ha avuto un picco di fama importante e poi sarebbe potuto finire nel dimenticatoio dei geni per una stagione, di cui internet è pieno. Invece no, The André è ancora più vivo e lotta insieme a noi, solo che da figura mitologica per quelli della nicchia indie/trap è diventato un personaggio televisivo grazie alla sua partecipazione come ospite fisso all'Extra Factor, il talk successivo alla puntatsa di X Factor su Sky. Lo vedremo anche nel sabato sera di Rai1, ospite di Enrico Ruggeri nella puntata dedicata proprio a Faber. Più istituzionale di così non si può, si inizia ad intravedere anche la faccia sotto il cappuccio, che lo rende anonimo da sempre.
Nel frattempo, dopo gli ep The André canta la Trap, The André canta l'Indie, Affinità elettive e il duetto Cupido con Dolcenera, ha pubblicato il suo primo album, Themagogia, in cui per la prima volta canta una sorta di inediti: traduzioni e interpretazioni liberissime di canzoni già note. Nella scorsa puntata di Extra Factor ha duettato con Chadia Rodriguez in Fumo bianco, ed è stato uno dei momenti più alti della maratona talent. Gli abbiamo fatto qualche domanda per sapere come se la vive e cosa vuol fare da grande.
Il periodo The André canta la trap è definitivamente finito?
Ad essere sinceri sapevo fin dall'inizio che questa cosa non era destinata a durare. Non tanto per la fase discendente della trap, quanto perché la ripetizione ossessiva di un'idea sempe uguale a se stessa alla lunga stanca e prima o poi avrei dovuto cambiare qualcosa. Sto cercando di farlo in modo da non disorientare troppo le persone che mi hanno seguito fino a ora, spostandomi lentamente verso una dimensione più artistica, più personale e più inedita.
Quindi stai diventando un vero e proprio cantautore
Già nell'album che ho pubblicato, Themagogia, ci sono delle canzoni che prendevano spunto dall'esperienza trap ma oltre alla musica è stato riscritto anche il testo e non si capisce neanche quale sia la canzone di provenienza. Di inediti ne ho già fatti, il mio impegno è quello di andare sempre di più verso la mia dimensione senza per forza abbandonare per sempre le cover, tenendole come ricordo piacevole.
C'è qualche trapper che ti piace al momento o hai abbandonato anche l'ascolto del genere?
Paradossalmente ne ascolto di più adesso. Ci sono alcuni personaggi che mi interessano, anche perché prima ascoltavo abbastanza da esterno sia il circuito trap che quello indie, adesso li conosco sempre di più e mi sono fatto una cultura, ascoltando anche cose che prima non sarebbero mai entrate nella mia bolla. L'ultima mia scoperta è Madame, anche se credo che il resto del mondo l'abbia conosciuta un po' di tempo fa. Al momento sto ascoltando anche quasi tutti gli appartenenti alla 126. Del nuovo pop mi piacciono i Coma Cose, tantissimo Giorgio Poi.
Continuerai con l'anonimato? A Extra Factor non ti inquadrano mai in faccia
Extra Factor è ancora legato a com'era il progetto all'inizio, ma alla fine la dimensione dell'anonimato a me fa molto comodo perché mi permette di esbirmi con molte meno paranoie. Quando è nato The André, la cosa su cui focalizzare l'attenzione era la voce e non la persona. Questo lo penso ancora, al di là delle cover. Poi io sono timido. Per la prima puntata di EF ero molto emozionato, me la son fatta addosso tutto il tempo. La seconda ho detto "wow, comincio già a ingranare", la terza mi sono cagato addosso di nuovo quindi la gestione dell'ansia in tv non è ancora sotto controllo.
Parliamo di questa esperienza televisiva, come te la vivi? Sembri uno dei pochi a fuoco nel talk show post X Factor
Penso derivi dal fatto che durante gli anni scorsi avevano percorso tutt'altro format e il pubblico abituato a un certo tipo di contenuto fa fatica a gestire la novità. Si aspetta la gara dei cantanti stonati e, non trovandosela, davanti già parte prevenuto. Le prime puntate avevano un po' da ingranare, ma se il prodotto è valido emergerà di sicuro. Ho iniziato a fare duetti con ospiti d'eccezione, provarli è stato molto interessante. Sarò anche ospite di Enrico Ruggeri su Rai Uno nella puntata di sabato dedicata a Fabrizio De André ma non posso ancora svelarvi cosa canterò, siamo ancora in work in progress.
In pubblico canti mai il vero Fabrizio De André?
Di solito in scaletta a un certo punto diciamo "Queste canzoni sono di un famoso trapper degli anni '70" e inseriamo qualche spunto di canzone originale di Faber in mezzo alle cover. Per esempio, in mezzo a Perdonami di Salmo si parla di Pirati ai Caraibi e mi è sembrato naturale cantare una strofa di Sinàn Capudàn Pascià, tratta da Crêuza de mä. Sono chiaramente un fan di Fabrizio, la mia non è una gag, però non ho mai avuto il desiderio di fare le cover intere di Fabrizio De André perché la mia cifra di omaggio è un'altra. Se facessi un album di canzoni sue, verrebbe semplicemente la brutta copia di un album di Faber, cosa che non aspiro assolutamente a diventare.
Hai mai avuto contatti con la famiglia di Faber?
Sì, l'anno scorso ho conosciuto Dori Ghezzi, ha voluto incontrarmi di persona. Ovviamente ero terrorizzato che volesse denunciarmi o farmi pagare delle penali, invece ha detto che trovava il progetto molto interessante con la sua ironia e che poteva aiutare a tener viva la memoria di Fabrizio, quindi approvava in toto. Oggi, quando ha a che fare con qualche ricorrenza su Fabrizio, di solito mi chiama! Di questi tempi è tutto veloce e un artista scomparso 20 anni fa, nel 2019 è assolutamente fuori dai radar. Continuare a riproporlo in forme diverse come fanno Cristiano De André o la PFM è un modo più che valido per parlarne ancora. Anche l'album Faber Nostrum ha portato delle riletture interessanti del suo canzoniere, da Lo Stato Sociale a Willie Peyote passando per i Pinguini Tattici Nucleari.
Progettoni per il futuro?
All'inizio dell'estate il progetto era quello di prendermi una pausa, ma in realtà tutto sta andando all'opposto perché sono iniziate ad arrivare un sacco di proposte interessanti da persone diverse e anche da ambienti completamente diversi, quindi sono sempre in movimento. Mi lascerò guidare dall'onda tenendo sempre fisso l'obiettivo di non far scadere il progetto, che ha una sua dignità.
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L'articolo The André: "Quando ho conosciuto Dori Ghezzi credevo volesse denunciarmi" di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-11-15 17:00:00
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