Più che un one-hit dj Robert Miles è un dreamland producer, nel senso che anziché ricercare morbosamente nuove hit per le radio preferisce vivere introspettivo: tipico stile di vita soundtrack. In una spensierata colonna sonora di film mai visti e nostalgia-nostalgia canaglia, ecco un'intervista flash con il dio della dream-dance anni 90. Dribblando i discorsi tecnici sull'elettronica sinfonica a favore della musica dance intelligente, e arrivando in territori cinematografici tanto da rivisitare il must-have movie Berlin Calling per poi tornare a parlare di "Children", come fosse una hit di questi tempi.
Ci facciamo una text chat, io poi copio-incollo tale e quale, editando solo eventuali errori di grammatica, ok?
Si, correggi please, perchè il mio italiano è un po' arrugginito...
Da quanto tempo manchi dall'Italia?
Vengo saltuariamente a visitare famiglia e amici, ero in Italia pochi mesi fa e ci torno a Febbraio per suonare all'Area City di Mestre. Ma non ci abito dal '96.
Più o meno da quel periodo lì?
Si esatto da quando "Children" iniziò ad avere successo decisi di spostarmi a Londra...
("Children", 1995)
Per la serie 'svolta in Italia e poi va all'estero'?
Della serie fuggire dagli 'squali' del music industry che regnavano in Italia all'epoca, e per il fatto che comunque avevo capito che per poter fare ciò che volevo dovevo spostarmi in una città dove ci sono idee fresche e innovative. Perciò o Londra o Berlino.
Praticamente la stessa situazione di oggi. Cioè nemmeno negli anni 90 andava bene l'Italia?
Era ancora peggio. Era difficile trovare persone affidabili e professionali, il più delle volte ti firmavano un disco, non c'era anticipo e non era mai possibile quantificare le vendite in quanto o non si facevano più sentire o sparivano dalla circolazione.
Non si capisce cosa è peggio...
Altri tempi.
Però se consideri che oggi non si venderebbero mai tutti i dischi che hai venduto tu per esempio...
Non c'era internet, non c'erano gli mp3, la gente comprava dischi per ascoltare musica oggi ci sono i downloads. L'album ha perso importanza, l'artwork ha perso importanza, il sistema di distribuzione e del consumo è anche molto più veloce adesso, una volta compravi un album e lo ascoltavi per mesi ora compri un mp3 e dopo poche settimane già lo metti da parte.
Prova a fare un parallelismo tra un disco come "Dreamland" e uno come "Thirteen", il tuo nuovo...
Entrambi vengono dal cuore e trasmettono emozione, entrambi hanno melodia, entrambi sono strumentali, anche se di natura totalmente diversa.
Si, ma che fine ha fatto quel Bright Piano?
Il piano è ancora presente nelle mie composizioni (lo noterai specialmente nella colonna sonora al film della Time Life in uscita quest'anno, a cui sto lavorando al momento). Anche su "Thirteen" c'è il piano, in confronto a "Dreamland" è semplicemente 'maturato'.
E la dance come la intendono tutti?
La dance è tornata undergound, almeno quella intelligente.
Chi è un dj o producer che secondo te fa musica dance intelligente?
Laurent Garnier per esempio fa musica dance intelligente e tanti altri, parecchi non sono conosciuti.
Ma per musica dance intelligente cosa intendi esattamente?
Musica da ballare che sia prodotta in modo da agire sul cervello, non solo sulle gambe. Che non solo ti faccia ballare, ma che ti faccia pensare o immaginare cose...
Ok quindi ne fai una questione di sentimenti...
Anche di qualità...
Chiaro.
Il temine dance non significa necessariamente che la musica è di livello inferiore...
Ma perchè tutti, perlomeno in Italia, osannano la dance degli anni 90?
Perchè era una cosa fresca, quando l'acid-house arrivò in Italia era come una rivoluzione.
Sembra che dal 2000 in poi non ci sia stato nient'altro di veramente dance.
Esatto, poi fra un pò magari cambia di nuovo, sono dei cicli che si ripetono. Per ora il rock è tornato alla ribalta e la dance è tornata underground.
Talmente underground però che molti dj e producer storici hanno dovuto riciclarsi in altri lavori pur di campare...
Posso farti una lista infinita di dj che suonavano all'epoca e che ancora riempiono i club e suonano musica elettronica di qualità, quelli che sono scomparsi sono coloro che non sono stati capaci di adattarsi alle nuove tendenze, i cosiddetti 'fossili'.
E quelli tipo David Guetta o Bob Sinclar invece? I dj-star...
Se fanno ciò che fanno perchè gli piace veramente allora non ho problemi, se lo fanno semplicemente per fare soldi allora non condivido la scelta. Molti di loro non pensano al lato artistico, sono un po' come dei juke box (piuttosto che personaggi che presentano cose nuove e cercano di educare la gente a nuove sonorità). Il loro scopo principale è far divertire il dancefloor.
Cioè se un grosso brand oggi ti chiedesse di fargli da testimonial, per quanto non ci sia niente di musicale in questo, tu lo faresti?
Non lo farei perchè non è nel mio carattere, non mi piace essere al centro dell'attenzione.
Eppure si poteva pensare a te per fare la versione italiana di Berlin Calling al posto di Paul Kalkbrenner...
Avrei fatto un lavoro migliore, diciamo diverso...
Di Berlin Calling intendi?
Si.
Meno droga?
La droga è un elemento che ormai è molto presente nei film, però trovo che l'argomento potrebbe essere trattato un pò diversamente. Per esempio una serie tv che mi ha affascinato per il modo in cui è stato pensato e prodotto è Breaking Bad. Sta avendo molto successo negli States, è un pò sullo stile Dexter ma molto più 'rough' e meno 'hollywood style'. Quando guardi i primi tre episodi diventi dipendente.
Anche qui mi sembra di capire che la tua attitudine sia: più intelligenza e meno cazzate facili?
Esatto, cercare di usare l'argomento in maniera più sottile invece che 'in your face' trovare vie laterali invece che quelle più ovvie e di cattivo gusto.
Ma la gente che segue la dance, la trance, ha bisogno di quella roba lì, no?
Non ha importanza se è dance, rock o jazz, diciamo che c'è gente a cui piace la musica semplice, facile e che non li faccia pensare troppo (praticamente ciò che passa la radio durante il giorno) e c'è poi gente alla quale piace ascoltare musica di qualità.
Si, ma se la musica di qualità è sempre stata relegata ad un elite ci sarà un motivo...
Perche' non viene proposta...
Pensi che "Children" abbia spaccato persino in Italia perchè la gente l'ha trovata di qualità o perchè l'ha trovata facile da ascoltare?
Entrambi, se lo paragoniamo a molti altri dischi di quel genere è un disco dance che ha anche qualità.
Certo, assolutamente.
Semplicissimo quanto innovativo, nel suo genere. Certo non sarebbe piaciuto a un purista del Jazz magari. Però è un disco che evoca emozione.
Tre parole sul tuo ultimo disco invece...
Non e' facile.
E' un disco molto poco dance...
Senza dubbio. E' alternativo, cinematico...
Esatto, come mai è così soundtrack?
Perchè mi piace fare colonne sonore, e molte volte combino i due mondi. Ho sempre cercato di farlo, ogni album che ho fatto aveva elementi cinematici. Il fatto di non usare voci mi porta a dover creare immagini virtuali.
Quindi alternativo-cinematico e anche un pò ntrospettivo, virtuale appunto...
Introspettivo ok...
Apposto.
E' ok?
Ci sentiamo quando è on line.
Ottimo, have a good day!
Same to you.
Ah se puoi magari metti il sito Saltrecords.com alla fine dell'intervista.
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L'articolo Robert Miles - Gli anni 90? Peggio di oggi!, 12-01-2011 di Michele Wad Caporosso è apparso su Rockit.it il 2011-01-17 00:00:00
COMMENTI (6)
"pò"...
La Spezia Rules!:[
grazie pons
ps: ma che foto c'hai? :D
Bell'intervista, bravo wad.
per fortuna hai corretto gli errori di grammatica![: ("pò"(!), "perchè").
Condivido l'apprezzamento e la dipendenza per "Breaking bad"!