Baby K - Donne contro uomini? Vince chi spacca.

Baby K ci racconta la sua idea di "femmina alfa" per eccellenza: una donna che non odia nessuno, se non la definizione "donna rapper".

Intervista a Baby K
Intervista a Baby K

A un anno dall'uscita del suo disco d'esordio "Una Seria" e in concomitanza con il suo ritorno in studio, abbiamo fatto una lunga chiacchierata al telefono con Baby K per parlare di musica, rap e donne. Cosa abbiamo scoperto? Che la femmina alfa per eccellenza non odia nessuno, se non la definizione "donna rapper". Wannabe donne alfa, questo è il momento di credere di poter diventare la migliore amica di Baby K. L'intervista di Elena Mariani.
 

All'inizio di Marzo sei stata la protagonista della campagna della Sigo per sottolineare l'importanza dell'educazione sessuale nei più giovani. Ti è piaciuto portare la femmina alfa in questo progetto?
Sì sicuramente, la campagna è rivolta alle ragazze molto giovani e il messaggio di femmina alfa è quello di essere sempre protagonista e decidere per se stessi. Le statistiche dimostrano che in Italia le ragazze sono molto ignoranti sulla questione contraccettivo e spesso, anche per vergogna, lasciano fare tutto ai ragazzi… È ora che ognuno si prenda le proprie responsabilità!

Sei volto ma anche voce con il pezzo "Love It" dove rappi "Questo è il mio corpo, decido io". La trovo una frase molto importante dato il target della campagna. In italia di solito la miglior campagna di prevenzione al sesso rivolta alle ragazze raccomanda di non farlo, invece tu parli non solo di decisioni ma anche di piacere femminile
Per me donne e uomini sono uguali. Ora, possiamo fingere quanto vogliamo, ma prima o poi i ragazzi ci arrivano! Il sesso esiste in tv, in radio, non è tabù, non bisogna vergognarsene.

Ti consideri una femminista?
Diciamo che esistono diverse definizione di femminismo: una volta era combattere per la superiorità della donna, oggi invece credo si tratti di credere nella parità dei sessi in campo lavorativo e sessuale. Io ho giocato sul termine femmina alfa perché paragono la scena rap (e quindi la vita) a una giungla, ma non mi sono mai posta solo come donna… Io sono una persona, punto. Quando ho iniziato a fare rap non ci pensavo al fatto di essere donna, sono gli altri che l'hanno posto come qualcosa su cui riflettere. Credo di più nella meritocrazia.

Il tuo modo di pensarti femminista mi fa venire in mente "Flawless", un pezzo tratto dal nuovo album di Beyoncé dove viene campionato il discorso della femminista nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie… Feminist: a person who believes in the social political, and economic equality of the sexes.
Bravaaaa, è il pezzo giusto! (ride) Da sempre il rap ha messo in scena donne forti, capaci di spaccare quanto i loro colleghi maschi. Quello che dice l'attivista è vero, ci spingono a essere brave ma non troppo, combattive ma femminili… È vera quella cosa che siamo sempre spinte a competere l'una contro l'altra, soprattutto noto che in Italia non c'è una grande solidarietà tra le donne. Per esempio, all'estero appena una nuova artista si fa notare con un buon pezzo viene subito contattata per collaborare con altre artiste… Qui scatta subito la competizione.

Ed è vero anche nel tuo caso: oltre alla collaborazione con Tiziano Ferro, non hai ancora trovato un'anima femminile con cui duettare…
Diciamo che oggi ci sono tante ragazze che rappano e pure bene, ma sono ancora acerbe. Io rendo omaggio alle grandi venute prima di me, come La Pina o Marya, ma hanno preso altre strade e quelle giovani… sono ancora troppo giovani.

C'è stato un distacco generazionale, così mentre le carriere delle big evolvevano tu sei rimasta da sola. Da una parte ti ha agevolato perché sei riuscita metterti in mostra, ma dall'altra ti sei ritrovata sola in un gioco quasi esclusivamente maschile
Sì, non è stato facile, è stata un'arma a doppio taglio!

Ho seguito il contest di Esa dedicato alle mc femminili e ho scoperto che ci sono molte ragazze (brave) e piene di stile. Tu cosa ne pensi? 
Esa è un king della storia dell'hip hop italiano, capisco l'iniziativa tutta al femminile, è stata una bella idea per dare più visibilità alle ragazze che hanno partecipato… Ma sai cosa? Quello che mi fa più male sono i commenti delle ragazze che mi scrivono "Grazie per aver dimostrato che anche le ragazze sanno rappare", sono loro stesse a ghettizzarsi! Hai una testa e una bocca? Allora puoi rappare.

Credo che la stampa ti abbia preso un po' come esempio, ma soprattutto siamo un paese dove il titolo "La prima rapper donna" fa curiosità se non scalpore…
Sì ma è limitante, come se ti dicessi cosa si prova a essere giornalista donna in un mondo di giornalisti maschi. Trovo pericoloso riferirsi a me solo come donna nel mondo rap, io sono una donna, vero, ma faccio rap come qualsiasi mio collega.

Sei nata a Singapore, hai abitato a Londra fino ai 17 anni e ora vivi a Roma. Questo tuo nomadismo ti appartiene molto anche a livello musicale: sai rappare per una strofa intera per poi ammorbidire la voce e passare al cantato anche più leggero, diciamo più vicino alla tradizione italiana. Sei il prototipo della perfetta novità femminile nel mercato musicale italiano, senti mai questa responsabilità e quanto incide sulla tua musica o sui tuoi testi?
(ride) È uno stimolo a migliorare, per esempio ho iniziato a mettere più musicalità nei brani, anche nei testi e di flow cerco sempre di seguire la melodia. Ho affinato il cantato, ma rimango dell'opinione di essere principalmente una rapper, sono un ibrido ecco! Molti amano il sound americano, ma quando cerchi di fare una cosa italiana che richiami quel mondo, partono subito le critiche. Io sto cercando di cambiare le regole del gioco.

Con il tuo album d'esordio "Una Seria" hai ben espresso cosa vuol dire essere una donna, non solo nella scena rap, ma più in generale in questo paese. Ma ci sono anche canzoni più morbide, mostri un lato più vulnerabile. Come donna per farti accettare in un gioco maschile hai dovuto mostrare gli artigli, ma oggi ti senti finalmente pronta a mostrare tutte le tue sfaccettature?
Da sempre sono appassionata di musica, ma non mi sono mai preoccupata di essere una donna nel mondo del rap. Tutte queste caratteriste, dell'avere un carattere vincente e forte, sono tutte cose che mi hanno fatto notare altri. Erano gli stessi rapper o amanti del genere che hanno iniziato a scrivermi su Myspace, dicendo che ci voleva una come me, perché non è possibile che una donna rappasse o cantasse solo di cuori spezzati, quindi da parte di chi è nella scena hip hop non ho mai ricevuto nessun tipo di offesa. Io competo con uomini e donne, per amore del rap. Solo dopo, durante la stesura di "Sparami", ho riflettuto sul ruolo della donna nella scena musicale italiana. Non sopporto più i giornalisti che fanno distinzione, è lì che manca la parità! Per me vince chi spacca.

Killer, sparami… spesso il tuo linguaggio è molto provocatorio nei confronti dell'altro sesso o più in generale degli haterz. Ti è mai successo che qualcuno ti venisse a dire che te la stai cercando? Un po' come il classicone "hai la minigonna, cerchi attenzioni"?
I miei testi sono esattamente come quelli dei ragazzi, ma chiaro che io metto in mostra la mia visione del mondo. Allora perché sono una ragazza non posso parlare di quello che voglio o vestirmi come mi pare? Non credo, io vivo nello stesso mondo dei ragazzi, il contenuto è vero e reale. A livello d'immagine non mi considero per niente volgare: essere donna non vuol dire spogliarsi ma nemmeno nascondere la propria femminilità, è un concetto molto vecchio quello di vestirsi da ragazzo per dimostrare di avere contenuti. Poi in America la nudità o la sessualità esibita e legata a una popstar è accettata, qui decisamente meno… Comunque io non tendo a essere una che si spoglia. È un problema tutto italiano, facciamo fatica ad accettare il successo delle belle e brave, che è surreale per un paese come il nostro: da una parte la bella presenza è richiesta in qualsiasi campo lavorativo, ma dall'altra ci piace ancora un tipo di cantante rassicurante, meglio se con il cuore spezzato. Io sono giovane e mi dispiace per le mie colleghe, ma le ragazze non si vestono così! Senza giudicare la musica di nessuno, ma quando le vedi in televisione sono irriconoscibili! In Italia la donna deve per forza riconoscersi o nella sgualdrina o in una figura totalmente pudica. Vestirsi è carattere e modernizzare un po' l'immagine ci farebbe anche bene…

Scusa, mi fa ridere perché sembra che io te stiamo parlando di chissà quale modo trasgressivo di vestirsi, ma sappiamo entrambe che stiamo parlando del comunissimo stile di adesso…
(ride) Ma infatti, una giovane donna va in tv e sembra Mary Poppins. Io non sono Anna Wintour o il dio dello stile, però seguo la moda… Ma come me anche tutte le mie amiche e tante altre ancora!

Leggevo della tua passione per l'uk garage alla Arthful Dogers, ritmi sincopati e picchiati ma mai "carrozzoni". Nel tuo album d'esordio le influenze musicali incontrano questi tuoi gusti, dal ritmo minimal metallico di "Non cambierò mai" con Marracash alla melodia r&b di "Sei sola" con Tiziano Ferro. Cosa cerchi nei produttori con cui lavori e cosa stai cercando nel tuo percorso sonoro?
Io amo la musica black, quello che vorrei è poter andare in discoteca e ascoltare pezzi italiani che suonano come pezzi di Usher, Rihanna o Chris Brown. Infatti nel nuovo disco ci sarà ancora più musicalità, cerco maturità nei testi, ma anche nella scrittura della musica.

Ora hai più libertà musicale e di scelta
Sì, voglio concentrarmi a diventare una brava song writer e si intuirà dal nuovo disco, lo noterete! Ho l'istinto di parlare solo della scena rap, ma cerco di non limitare mai i testi e musicalità dei miei pezzi. Voglio delle hit da discoteca!

Produttore ma anche feat di tre pezzi, Tiziano Ferro è la voce più soul e r&b d'Italia. Con quali altre voci ti piacerebbe collaborare?
Lo ammetto, il sogno di una vita è duettare con Giorgia! Secondo me ha una delle voci più belle delle storia italiana e si presta perfettamente al mondo black e r&b… Infatti ha collaborato con Alicia Keys nel pezzo "Pregherò"… E non a caso, ha una voce meravigliosa! Mi piacerebbe molto anche collaborare con Marco Mengoni, perché lo trovo moderno, giusto e con una voce bellissima.

Cosa stai ascoltando ultimamente?
Da sempre faccio riferimento ai lavori di Beyoncé, Rihanna, Kanye West… Ultimamente nel mio iPod ci sono A$ap Rocky, Pusha T, Schoolboy Q, J Cole e tantissimo Drake.

Devi sapere che io sono una wannabe donna alfa. Ti prego, da capo tribù a novizia, qual è la prima regola per diventare una donna alfa?
Mmm… Accettare difficilmente i no, una volta trovata la propria passione provarci sempre… E farsi il culo, che gli altri son tutti cazzari!

Ti vorrei un sacco come migliore amica.

---
L'articolo Baby K - Donne contro uomini? Vince chi spacca. di Elena Mariani è apparso su Rockit.it il 2014-03-24 14:13:59

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia