Marta sui Tubi - Basta canzoni d'amore, 06-04-2011

Sanremo (dovevano andarci per duettare con Anna Oxa), Kafka, Dostoevskij, Hemingway, le isolette sperdute della Sicilia, le veline, i personaggi mitologici, fino ad ammettere che questo nuovo disco, "Carne con gli occhi", non ha nemmeno una canzone d'amore. Sara Scheggia ha intervistato Giovanni Gulino.



Giovanni, che ne dici di parlare un po' a ruota libera del disco? Tanto per scaldarci.
Giovanni Gulino: Lo abbiamo concepito piano piano, verso la fine del tour di "Sushi&Coca". In saletta, mentre provavamo le canzoni del live, per non annoiarci facevamo anche cose diverse. Così, per evitare la meccanicità di un tour lungo, dove fai spesso sempre le stesse canzoni. Abbiamo buttato giù le prime idee e, da lì, ci siamo resi conto di avere un numero sufficiente di spunti. Poi ci siamo chiusi in ritiro a Pordenone.

A Pordenone?!
Giovanni Gulino: Sì, nello studio degli Amari. Ci siamo messi in isolamento per 6 giorni, in questo studio in montagna. Un posto bellissimo, non c'è neanche campo per il cellulare. E abbiamo messo a punto tutto: un disco nuovo, all'inizio, è come una batteria scarica. La devi far partire a spinta, aspettando il momento giusto di ingranare la seconda. Una volta partita, puoi fare un bellissimo viaggio.

E poi, avete registrato.
Giovanni Gulino: Abbiamo preparato 20 canzoni, 12 sono finite nel nuovo album. Abbiamo registrato in parte all'Esagono di Rubiera (a Reggio Emilia, NdR), in parte alle Officine Meccaniche, a Milano, e un po' anche nello studio di Tommaso Colliva, che ha prodotto "Carne con gli occhi".

Dunque avete un bel po' di inediti...
Giovanni Gulino: Diciamo 8, ma molti sono stati diffusi prima del disco. Come "Senza rete", nel 2010, o il pezzo nella compilation Materiali Resistenti. Poi quello per la colonna sonora di Romanzo Criminale, "Il Commissario". E ci infilerei anche la versione del brano di Anna Oxa a Sanremo.

Ecco, capitolo Sanremo. Purtroppo la Oxa è stata eliminata e non vi si è potuti vedere sul palco dell'Ariston. Com'è andata con lei?
Giovanni Gulino: Già, a Sanremo siamo stati un fantasma. Ma avevamo messo in conto l'ipotesi di non farcela. Ai primi di gennaio, mentre eravamo in studio a registrare il disco, ci ha chiamato Anna Oxa, che ci conosceva per via di amici in comune. Ci ha proposto questa collaborazione e noi, pur non essendo dei suoi fan e non conoscendo bene il suo lavoro, abbiamo accettato. Il giorno dopo era in saletta da noi. Un fulmine a ciel sereno. Lei ha una voce pazzesca e nel nuovo disco ha dato una svolta alla sua produzione, con un lavoro più autorale e sperimentale, quasi elettronico. Ci è piaciuta.

Sanremo, quindi, non l'avete visto per niente?
Giovanni Gulino: Avevamo l'albergo prenotato per la sera prevista per il duetto, ma abbiamo disdetto. Siamo stati a Sanremo prima del festival, per fare le prove. Abbiamo conosciuto anche Gianni Morandi! L'atmosfera è bella, alla fine è l'unica cosa veramente grande che si fa in Italia e quest'anno c'erano persone come Vecchioni, La Crus, Battiato... io non mi vergogno certo di salire sul palco con questa gente qua, anzi! Diciamo che non apprezzo i talebani indipendenti che gridano all'oltraggio appena qualcuno si affaccia su quel palco. Al Leoncavallo come all'Ariston, devi essere te stesso. Chi fa un mestiere come il nostro deve anche farsi promozione e l'importante è fare bene il proprio lavoro, farlo onestamente. Poi puoi suonare dove vuoi.

Com'era il pezzo con la Oxa?
Giovanni Gulino: L'abbiamo ribaltato completamente, con il nostro stile. L'abbiamo reso più ironico. Sarebbe bello poter fare qualcosa con Anna, magari proveremo ad invitarla sul palco noi in qualche data milanese... chissà. Comunque, una punta di rammarico per non aver fatto il duetto c'è, ma in programma abbiamo talmente tante cose che è passata subito.

"Carne con gli occhi" è uscito da meno di un mese. Come lo stanno accogliendo in giro?
Giovanni Gulino: Il disco ha già avuto tante recensioni positive, alcune con voti molto alti. Fino ad oggi abbiamo fatto 1500 persone in tre concerti. A quello di Bologna all'Estragon c'erano 800 persone e molti cantavano già le canzoni nuove. E' una grossa soddisfazione: faccio il musicista per quella sensazione.

Nella copertina del disco c'è un guinzaglio. Perché?
Giovanni Gulino: L'album è pieno di riferimenti a cose che vengono messe al collo: collane, cappi, cravatte, guinzagli. Il titolo, invece, è un modo di dire siciliano: essere "carne con gli occhi" significa essere uno che si unisce alla massa, uno che non ha spina dorsale, un sempliciotto. Il guinzaglio dell'immagine in copertina affronta lo stesso tema da un altro punto di vista, anche perché non potevamo certo mettere un quarto di bue con due uova sode come occhi... E' una provocazione: non è necessario farsi mettere il guinzaglio, amalgamarsi. E' un invito a svegliarsi, a togliersi questo guinzaglio, che è in parte anche politico. Le veline, i personaggi della tv... non hanno niente da dire e non sanno fare nulla, ma sono fieri della propria ignoranza e mettono in piazza solo la loro parte estetica, a caccia di 15 minuti di notorietà. C'è uno stillicidio continuo sui media, che spinge ad omologarsi. Il disco, dunque, è una critica a tutto questo.

Veniamo alle canzoni. "Basilisco" è un personaggio mitologico o cosa? Dovrei conoscerlo?
Giovanni Gulino: Il testo in parte è di Carmelo. Nemmeno io lo conoscevo! E' un mostro mitologico, una specie di coniglio-topo gigantesco. Che è in realtà un re che poteva pietrificare chi lo guardava e la canzone parla della sua storia.

E invece "Le cose più belle son quelle che durano poco" è un po' come fare il verso agli elenchi di Saviano?
Giovanni Gulino: (Ride, NdI) E' una canzone stupidina. Dice tutto il titolo. Un modo di elencare le cose più importanti: sono partito dai miei autori preferiti come Kafka, Dostoevskij, Hemingway, citando letture che sono dei racconti brevi. Da lì è partita una riflessione sul potere dell'essere concisi, di usare poche parole ma giuste. Come la sveltina in ascensore: durerà anche poco, ma magari può essere più bella di una storia d'amore che dura 7 anni e poi finisce male. Oppure, qualcosa di illegale che, immagino, possa dare una gran soddisfazione. Tipo rompere un bancomat: non l'ho mai fatto, ma presumo che la sensazione immediata sia euforia.

Qual è il pezzo che ti piace di più?
Giovanni Gulino: Indicarne solo uno è impossibile. Con "Divino", però, ho un legame particolare. E' nata come un gioco, poi ho cominciato a consumare fogli pieni di moltiplicazioni e calcoli.

Mi vuoi dire che sono numeri verosimili?
Giovanni Gulino: Certo. Sono partito da quante lavatrici faccio in media alla settimana poi ho moltiplicato. E anche se sulle birre i fan si lamentano perché dicono che 1000 in tutta una vita è troppo poco, io rispondo che è una media che comprende anche bambini e anziani.

Quanti siete adesso sul palco?
Giovanni Gulino: Cinque. Il violoncellista, Mattia Boschi, è entrato subito dopo le registrazioni di "Sushi&Coca" e mentre stavamo provando i pezzi nuovi è stato automatico inglobarlo nella band.

Da 2 a 5, la famiglia si è allargata. Ed è un po' sparpagliata, visto che Carmelo vive a Bologna. Tu sei sempre a Milano?
Giovanni Gulino: Sì, non abiterei da nessun'altra parte. Certo, ogni tanto sento il bisogno di rintanarmi in un'isoletta, e quando vado in Sicilia lo faccio. Ma non potrei starci tutto l'anno. La pensione, però, vorrei farla a Marettimo (un'isola minuscola delle Egadi, NdR): sarebbe magnifico, vado a pesca e con una connessione a Internet vedo ogni tanto che succede nel mondo.

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(Cristiana, il video)

Avete in programma di fare altri video dopo quello di "Cristiana"?
Giovanni Gulino: Per ora no. Tra qualche mese magari lanceremo un altro singolo.

Il mio giudizio del disco: mi piace molto e lo trovo sulla stessa linea abbozzata con "Sushi&Coca". E' però più complicato.
Giovanni Gulino: In effetti è un album più complesso, abbiamo usato tecniche diverse dal punto di vista musicale. E' più sclerato, più pazzoide. E non ci sono canzoni d'amore.

Il nuovo live invece com'è?
Giovanni Gulino: Beh, bisogna vederlo. Secondo me, è uno dei più belli che abbiamo mai fatto. La formazione è più rodata, sappiamo suonare molto meglio di quando abbiamo cominciato. Il suono è più stratificato. In questo tour facciamo anche pezzi vecchi, che la gente conosce. Poi, con Mattia e Paolo (Pischedda, NdR) abbiamo davvero preso due musicisti formidabili. Con il violoncello si possono inserire tanti suoni nuovi, e poi il piano... lì lui va come un treno, ha mille mani.

Ultima curiosità. Mai studiato canto?
Giovanni Gulino: No, mai studiato. Solo da autodidatta, copiando qua e là. Da bambino cantavo in chiesa, ma non ho mai preso lezioni. Qualche amico mi ha dato qualche dritta, sulla respirazione, su come scaldare la voce o rilassare i muscoli facciali. Ma sono più consigli di logopedia. Io, comunque, non mi reputo nemmeno un musicista, visto che non suono nessuno strumento. O meglio: li suono tutti, ma male. Ma almeno sul palco devo portare solo la voce, alla fine del concerto non devo smontare nulla (ride, NdI). Seguo l'atteggiamento dei miei cantanti preferiti di sempre: Jim Morrison, Ian Curtis, Robert Plant. Il cantante è l'uomo al centro del palco, io provo a fare così.

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L'articolo Marta sui Tubi - Basta canzoni d'amore, 06-04-2011 di Sara Scheggia è apparso su Rockit.it il 2011-04-11 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • leoge9se 13 anni fa Rispondi

    Grandi Marta e grazie rockit per la bella intervista. Se per caso fate un'intervista anche a Pipitone chiedetegli come fa a suonare in quel modo pazzesco.

  • stefanoise 13 anni fa Rispondi

    persone che fanno ciò che fanno...e lo fanno indubbiamente bene...
    adoro le band in continua evoluzione, lo sono altri...lo sono loro...

  • faustiko 13 anni fa Rispondi

    Grande Giovanni e grande Sara...