Bob Rocket, musica Ad Astra

In collaborazione con l’astrofisico Amedeo Balbi e grazie ai suoni emessi dallo spazio e catturati dalle sonde della NASA, il compositore Ermanno Capirone ha realizzato “Encelado”. 8 tracce con cui affacciarsi oltre il nostro pianeta e sognare di essere altrove. Al confine tra canzoni e scienza

Bob Rocket accanto a una nuvola di stelle
Bob Rocket accanto a una nuvola di stelle

Anche le stelle e i pianeti emettono dei suoni: vibrano come uno strumento musicale e producono il cosiddetto "strartquake" o "terremoto stellare". Con le tecniche dell’astrosismologia (la scienza che studia la struttura interna delle stelle pulsanti attraverso l'interpretazione delle loro pulsazioni e del loro spettro), gli studiosi sono riusciti a intercettare i frammenti di suono di questi corpi celesti e a ricostruire qualcosa di simile a una melodia.

Con i suoni emessi dallo spazio e catturati dalle sonde spaziali della NASABob Rocket (nome d’arte di Ermanno Capirone, produttore e compositore torinese) è riuscito a creare delle composizioni strumentali e a realizzare un disco al confine tra immaginazione e scienza: Encelado, in uscita il 23 aprile 2021 via Sounzone. Otto tracce che seguono un percorso narrativo che salpa dalla Terra e approda in luoghi distanti anni luce dal nostro pianeta.

Bob Rocket - Olympus Digital Camera- foto di Maria Elisa Ferraris
Bob Rocket - Olympus Digital Camera- foto di Maria Elisa Ferraris

Un mix sonoro di sound design astrale e sintetizzatori della Terra che trasporta l’ascoltatore dall’infinitamente piccolo all’infinitamente vasto, dove il suono di un pianeta o di una stella viene scambiato per uno strumento: dalla traccia Leonidis, passando per Enceladus (la luna di Saturno) o per il satellite della NASA Kepler One, fino a raggiungere i limiti del nostro sistema solare con l’ultima traccia, Giant Xi Hya.

Bob Rocket ha organizzato nel suo disco un viaggio musico-stellare che coinvolge anche il noto astrofisico Amedeo Balbi. Con le sue spiegazioni all’inizio di ogni traccia, il professore accompagna l’ascoltatore nelle profondità dello spazio. Il valore delle parole di un esperto e di una figura come la sua in campo scientifico danno un valore aggiunto al progetto: "Contestualizzare il suono e i brani del disco permette all'ascoltatore di immergersi fino in fondo in questo mood cosmico", dice Bob.

E continua: "Sono un appassionato di astronomia e seguo il prof. Balbi su YouTube da tempo. Insieme ad Ale Bavo, che ha curato la produzione del disco, abbiamo pensato di contattarlo via mail". Balbi si è interessato al progetto e ha deciso di prendervi parte con la sua conoscenza: "È stato gentilissimo e non mi aspettavo la sua partecipazione, ma a volte le cose belle accadono", sorride il compositore piemontese.

Bob Rocket - Olympus Digital Camera - foto di Maria Elisa Ferraris
Bob Rocket - Olympus Digital Camera - foto di Maria Elisa Ferraris

Oltre a scrivere brani strumentali, Ermanno lavora con la Sounzone, la label con cui uscirà il disco e che propone anche sincronizzazioni musicali a progetti video e film. "Mi piace definirmi una figura a metà tra il producer e il soundtracker. Se dovessi indicare delle reference per Bob Rocket direi Avicii, Air, Jon Hopkins, Antonin Dvorjak e (per citare un italiano) Ennio Morricone. Anche se, in realtà, provengo da un background di musica rock indipendente", spiega.

Realizzato da Gabriele Pastè, il videoclip di Enceladus (singolo che anticipa il disco) getta immediatamente nell’atmosfera e anticipa l’escursione spaziale che compirà l’ascoltatore traccia dopo traccia: "È un viaggio in 3D dalla Terra fino a Encelado. Le mappe cosmiche sono verosimili", spiega Bob, "poiché i riferimenti spaziali sono quelli della NASA".

video frame placeholder

Fino a metà video è come se fossimo davvero in viaggio su una navicella spaziale. Dallo sciame di meteore in poi, però, ci spostiamo con l'immaginazione fin sotto l'oceano della luna ghiacciata di Saturno, abitato da creature spaziali. "In effetti all'interno del video è difficilissimo trovare un Easter egg che segnali il passaggio dalla realtà alla fantasia", ragiona l’artista.

"Sto già pensando al secondo videoclip", avverte Bob Rocket, che stavolta coinvolgerà Federico Montaresi, l’artista che ha realizzato le copertine e le grafiche di Encelado. Anche lui appassionato di cosmo e affini: "Abbiamo in mente una super location inerente alle scoperte spaziali, ma vedremo se riusciremo nell'impresa", dice.

Nel 2020 usciva Frame, secondo disco di Bob Rocket dopo Soundrtrack per viaggiare (Original Score). I tre lavori dell’artista piemontese hanno in comune il desiderio di allontanare la mente dallo spazio presente e portare l’immaginazione lontano, in un paesaggio sonoro diverso.

"Con la musica voglio dare agli ascoltatori la possibilità di viaggiare e immaginare. Per provare la stessa sensazione di quando si guardano le nuvole e si inventano forme strane", dice Bob. "Se, poi, insieme alle canzoni ho l'opportunità di veicolare anche le bellezze dell'astronomia e dell'astrofisica, ho raggiunto completamente il mio obiettivo", continua.

Bob Rocket - Olympus Digital Camera - foto di Maria Elisa Ferraris
Bob Rocket - Olympus Digital Camera - foto di Maria Elisa Ferraris

A differenza di Frame, che è stato composto con strumenti acustici e analogici, in Encelado il sound si è spostato verso melodie elettroniche: "Ho cercato i suoni delle stelle sui siti della NASA e dell'Esa, che mettono a disposizione le loro librerie su SoundCloud per il download. Gli interessati possono trovarli e scaricarli liberamente". Per citare un tweet della NASA riferito ai suoni catturati su Marte: "It's free for Earthlings to use", insomma.

Abbiamo tutti in mente l'immagine di un pianeta o di una esplosione cosmica: immagini bellissime e suggestive, che meravigliano. Ma che suoni emettono le stelle? L'idea di Encelado nasce proprio da questa domanda. "Pensare di suonare insieme alla 'natura' e agli elementi del cosmo ha un significato catartico di connessione con l'Universo", aggiunge Bob.

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In rapporto all’enormità delle galassie e all’infinito dello spazio, i problemi terrestri si relativizzano: "In questo modo si riducono al minimo anche le questioni più importanti", aggiunge il compositore piemontese. Ed Encelado diventa un’occasione per fuggire: la nostra mente si affaccia oltre l’immensità del nostro pianeta, inizia a vagare in dimensioni parallele, e si dimentica dei problemi. Che per qualche minuto, sembrano futili e lontani.

Ma spiegare il suono che emettono le stelle a parole, è possibile? "Bella domanda, dipende", risponde Bob. "Alcune hanno delle sinusoidi che sembrano delle note basse, altre invece molto acute. Alcuni elementi sonori hanno componenti ritmiche, come il suono che deriva dal fascio di energia di un quasar, che ruota come una trottola e ha un suono che fa: 'trtrtrtrtrtrtrtr'. Difficile spiegarlo a parole".

Bob Rocket - Olympus digital camera - foto di Maria Elisa Ferraris
Bob Rocket - Olympus digital camera - foto di Maria Elisa Ferraris

Tradurre il suono di un pianeta o di una stella in quello di uno strumento musicale, invece, è più semplice. Se prendessimo come riferimento "i sample dello spazio" registrati dalla NASA, così come ha fatto Bob Rocket nel suo disco, allora Leonidis sarebbe un pad, un synth acuto. Enceladus, un glitch. Crab Supernova suonerebbe come delle percussioni. Kepler One come un synth e Kepler Two, di nuovo, come un basso. Sun Sonification sarebbe un Pad e Giant Xi Hya alle percussioni e al basso.

Con Encelado Bob Rocket ha espresso liberamente le proprie emozioni, e le ha trasferite in musica: "Spero di poter lasciare agli ascoltatori una sensazione analoga: un momento di libertà e di fantasia emotivamente carico, come fosse un rifugio in un periodo di crisi come questo", dice. E conclude: "Spero questo lavoro possa avvicinare anche due mondi apparentemente distanti come la musica e la scienza".

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L'articolo Bob Rocket, musica Ad Astra di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-04-13 14:15:00

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